Lampedusa, superati i 1.400 migranti per il “pull factor” dei tonti – FOTO

Quindici barche in rapida sequenza a Lampedusa dove i migranti sbarcati hanno già superato quota 1.400 ed il centro di prima accoglienza non è più in grado di accogliere. Oltre 200 persone bloccate in banchina in attesa di un locale della parrocchia in cui fargli trascorrere la notte

Una barca con a bordo 46 persone migranti arrivata nel primo pomeriggio del 9 maggio 2021 a Lampedusa, decimo sbarco del giorno

di Mauro Seminara

Lampedusa ha già visto sbarcare la quindicesima imbarcazione di migranti che nel giro di poche ore si sono riversati nel Mediterraneo centrale partendo dalla Libia e dalla Tunisia. Il totale delle persone approdate sulla maggiore delle Pelagie è di 1.401. Ma la giornata non è finita ed in mare ci sono ancora “target” che le motovedette, anche quelle della Guardia Costiera, attenendosi alla scarsa lungimiranza della volontà politica, attenta quest’ultima solo al consenso ed alle “misure deterrenti”, è costretta ad intervenire quando la flottiglia si trova già in acque territoriali – o di responsabilità SAR italiana, che in parte si sovrappongono – con un maggior dispendio di energia e con un più elevato rischio di naufragi in dirittura d’arrivo. Nel Mediterraneo centrale non ci sono navi delle Organizzazioni non governative. L’ultima in missione, la Sea Watch 4, dopo l’intervento del TAR che si pronunciava in favore della Ong sul fermo amministrativo, è stata nuovamente fermata dal ribaltone imposto dai giudici del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana e si trova adesso a Trapani.

Da lungo tempo le motovedette italiane non operano in acque internazionali e neanche le navi Militari, fatta eccezione per la “Comandante Foscari” intervenuta pochi giorni dopo un grave naufragio causato da omissione di soccorso, operano più interventi SAR tra la Libia e l’Italia. La frottola del “pull factor”, il fatidico “fattore d’attrazione”, è definitivamente demolito. Governi e partiti potrebbero finalmente smettere di prendere in giro gli italiani o i propri elettori, alimentando in questo secondo caso in esempio la già presente xenofobia o comunque prendendosi gioco della loro ignoranza. Il “pull factor” non esiste. Al massimo si può parlare di “push factor”, di fattore di spinta. In questo caso però bisogna analizzare ben altri elementi, che non sono certo le navi umanitarie.

Equipaggi spremuti

Tornando a Lampedusa, il numero delle imbarcazioni che hanno raggiunto l’isola, in autonomia e con tutti i rischi del caso, sono 15; dato aggiornato alle ore 19:00. In arrivo ce n’è un’altra, la sedicesima, con a bordo circa 85 persone. Gli equipaggi a questo punto sono esausti, e sembra quasi una barzelletta il motivo di contestazione mosso alle navi umanitarie sulla sicurezza dei volontari soccorritori per i turni di riposo quando sono poi gli equipaggi delle motovedette di Guardia Costiera e Guardia di Finanza ad operare fino al completo sfinimento, senza alcun rispetto per la loro professionalità e senza tenere conto degli errori che involontariamente può commettere un equipaggio stanco e con carenza di sonno in un momento di grave stress.

Il centro di accoglienza chiude il cancello, migranti in banchina

Lo sbarco numero 10 del 9 maggio 2021 a Lampedusa è stato di 46 persone. Da quel momento, all’incirca alle 15:35, nessun migrante è stato trasferito al Centro di prima accoglienza. La struttura è satura e non è in grado, con i suoi circa 1.300 ospiti arrivati in un giorno, di accogliere altri migranti al suo interno. Dopo le 46 persone fermate al molo Favarolo, banchina militare del porto di Lampedusa, vi sono stati lasciati anche i successivi arrivi per un totale di altre 171 persone. L’equivalente delle persone migranti che si trovavano sulle cinque barche arrivate a Lampedusa dopo il legno con i 46 del primo pomeriggio. L’attesa è dovuta al solito giro di telefonate che intercorrono tra Prefettura e Parrocchia ogni volta che l’isola è sovraccarica. Lo scopo è quindi di prendere nuovamente in ausilio la “Casa della Fraternità”, locali parrocchiali, come estensione di comodo del centro di prima accoglienza del Ministero degli Interni.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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