Il 2020 migratorio si chiude con un soccorso ONG e uno sbarco autonomo

Gli ultimi barconi con persone migranti del 2020 sono partiti dalla Libia e dalla Tunisia trovando un soccorso ad opera di Ong il primo ed uno sbarco autonomo a Lampedusa il secondo. Sulla maggiore delle Pelagie pronta la nave quarantena "La Suprema" per imbarchi dall'hotspot

Uno dei bambini salvato da Open Arms il 31 dicembre 2020 sul ponte della nave Ong spagnola

di Mauro Seminara

La piccola nave della Organizzazione non governativa Open Arms, unica operativa nel Mediterraneo centrale in un periodo in cui il meteo muta spesso e drasticamente e le barche cariche di profughi scompaiono inghiottite dalle onde e nel silenzio dell’ormai noto buco nero voluto dagli Stati europei e dalla Libia, ieri ha salvato la vita di 169 persone che a bordo di un barcone erano partite alla volta dei confini europei. La barca dei profughi aveva lasciato il porto di Sabratha – Libia, a ovest di Tripoli –  la mattina del 30 dicembre, il rimorchiatore della Ong spagnola aveva tolto gli ormeggi il 23 dicembre dal porto di Barcellona ma le condizioni meteo l’avevano costretta al riparo davanti Siracusa prima di poter raggiungere l’area SAR più letale del Mar Mediterraneo.

La presenza della barca carica di persone, di nazionalità prevalente eritrea, era stata segnalata, alle tre dell’ultimo pomeriggio dell’anno, dalla centrale d’allarme telefonico “Alarm Phone” che aveva anche fornito le coordinate. Open Arms ha quindi raggiunto la posizione indicata e fortunatamente trovato l’imbarcazione avviando le operazioni di soccorso una quarto d’ora prima delle sei del pomeriggio. A bordo del natante, che non aveva alcuna garanzia di raggiungere la costa dell’Unione europea prima di una tragedia, c’erano 169 persone tra le quali anche 12 donne e 6 bambini. Facevano inoltre parte del cospicuo numero di passeggeri a rischio anche quaranta ragazzi minorenni. Attualmente il mare a nord di Sabratha è relativamente calmo, ma è anche nodo di correnti che potrebbero causare una violenta ripresa del moto ondoso. Per l’intero pomeriggio in cui si è svolto il soccorso, come nei giorni precedenti, nessuna imbarcazione libica era in area o disponibile per un evento SAR governativo.

Fatta eccezione per Open Arms, tutte le navi umanitarie sono ferme agli ormeggi tra fermi amministrativi e lavori di “adeguamento” imposti dai fermi amministrativi italiani. Questa pratica post-salviniana contro le navi che effettuano salvataggi in mare non ferma però le partenze, né dalla Libia e nemmeno dalla Tunisia. L’ultimo sbarco dell’anno è infatti avvenuto a Lampedusa in completa autonomia. Una barca con venti migranti, tra i quali anche due donne, è approdata ieri sera a Cala Galera. Le persone sbarcate sono state condotte al centro di prima accoglienza di Lampedusa dove già oggi c’è pronta la nave quarantena “La Suprema” di GNV per imbarcare migranti ospiti del cosiddetto hotspot. Si dovrà invece attendere per scoprire se l’Italia, Stato del place of safety (luogo sicuro di sbarco) più vicino pretenderà di non concedere il porto e magari far sbarcare i 169 profughi soccorsi dalla Open Arms la dove sono stati sequestrati pescatori italiani per 108 giorni o dove opera quel GACS del guardacoste libico datosi alla fuga giorni addietro mentre si trovava a Gaeta – Italia – per addestramento con la Guardia di Finanza.

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Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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