Barcone a sud di Lampedusa, dopo caos SAR andranno in Sicilia

Negato il porto di Malta alle tre motovedette italiane che avevano operato il soccorso su procura maltese. Le unità navali italiane attendono l'assegnazione di un porto sicuro che potrebbe essere sulla costa sud della Sicilia. Dubbi sull'intervento di soccorso maltese al natante con 75 migranti a sud di Malta su cui sarebbe intervenuta l'Armed Forces of Malta con un giorno ed una notte di ritardo

Foto d'archivio

Le motovedette italiane erano intervenute in soccorso di un barcone, inizialmente indicato come contenente circa 250 persone, che si trovava a poco meno di quaranta miglia da Lampedusa. L’intervento italiano teneva conto di vari fattori, il primo dei quali era l’urgenza di raggiungere una carretta del mare gremita oltre ogni limite di sicurezza. Altro fattore determinante per l’immediato intervento italiano era la distanza da Lampedusa, 39 miglia sud-sudovest dell’isola pelagica, contro le oltre cento miglia da Malta che, nel frattempo, è alle prese con un’imbarcazione in mare da quasi tre giorni e con a bordo circa 75 persone. Ultimo contatto con l’imbarcazione in pericolo a sud di Malta, che imbarcava acqua, l’aveva avuta Alarm Phone alle 19:35 di ieri. Il natante si trovava a sud dell’isola-Stato di La Valletta, sulla rotta 0,0 di Khoms. Alarm Phone, sala operativa di allarme telefonico a gestione civile, aveva tentato di mettersi in contatto con la Centrale di coordinamento della Libia, che però, come di consueto, non rispondeva al telefono. Ad un certo punto, denuncia Alarm Phone, neanche più la centrale maltese ha risposto al telefono: un buco operativo di circa sei ore in cui nessun operatore alzava la cornetta.

La barca poteva nel frattempo aver fatto naufragio, e di fatto non si ha ancora certezza che il natante stia galleggiando con tutte le persone a bordo. Il governo maltese ha comunque dichiarato di aver avviato oggi un’operazione di soccorso, anche se la barca era stata avvistata da ricognizione aerea già ieri sera e per tutta la notte abbandonata a se stessa. Secondo La Valletta dovrebbero arrivare in porto nel pomeriggio di oggi 76 persone tratte in salvo dall’AFM, Armed Forces of Malta, che fino a questo pomeriggio continuava però a sorvolare il natante con un proprio elicottero. Le tre motovedette italiane avrebbero dovuto intervenire a sud di Lampedusa su procura maltese, ricadendo il barcone con oltre 170 persone a bordo in area SAR di Malta. Effettuato il trasbordo, le unità navali italiane attendevano gli accordi di rito sulla “consegna” dei naufraghi a Malta, ma il governo di La Valletta ha categoricamente respinto ogni ipotesi di accoglienza. Escluso, sembra, che per ripiego possa venire indicato il porto di Lampedusa quale “porto sicuro” di sbarco. L’isola ha preso un ritmo di trasferimenti da cento persone al giorno, ma nel suo centro di prima accoglienza rimangono comunque oltre duecento persone e la struttura – che dispone di 96 posti letto – non potrebbero reggere l’impatto senza gravi disagi nel caso in cui arrivassero altri 170 ospiti. Le due motovedette classe 300 della Guardia Costiera ed il pattugliatore della Guardia di Finanza navigano adesso con rotta nordest, in attesa di un porto di sbarco che potrebbe essere uno dei porti della costa sud della Sicilia. I vertici europei continuano a non produrre meccanismi di automatismo per le due grandi aree SAR europee del Mar Mediterraneo centrale, quella italiana e quella maltese.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*