Alle 14:21 un sisma di magnitudo 3.9 era stato rilevato dall’Ingv al largo di Linosa, l’isola vulcanica dell’arcipelago delle Pelagie sita a nordest di Lampedusa. Una forte scossa, fortunatamente in mare aperto, cui ne è seguita un’altra dal lato opposto dell’Italia: ad Amatrice. Alle 14:38, appena 17 minuti dopo il terremoto nel Canale di Sicilia, una scossa di 3.4 gradi di magnitudo sulla scala Richter è stata rilevata dalla Sala Sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia con epicentro a 3 chilometri sudest della già distrutta Amatrice. L’ipocentro del terremoto che continua a devastare la regione del Gran Sasso è stato calcolato ad una profondità di 13 chilometri. Colpite direttamente le città di Amatrice, già rasa al suolo dal devastante terremoto di due anni fa e da quello dello scorso anno, e la già devastata Campotosto. Nel raggio di propagazione dell’onda sismica anche i Comuni di Accumoli, Capitignano, Montereale, Cittareale, Crognaleto, Cortino, Arquata del Tronto, Acquasanta Terme, Barete, Rocca Santamaria, Fano Adriano, Cagnano Amiterno, Borbona, Valle Castellana e Pizzoli. Tutti Comuni nel raggio di 20 chilometri dall’epicentro del terremoto. Molti di questi non si sono più ripresi dalle scosse che hanno distrutto Amatrice ed altri Comuni, come quello di Accumoli. Ieri era stata colpita da terremoto, per l’ennesima volta, Muccia, nel maceratese. Nei giorni scorsi terremoti di sensibile intensità avevano invece fatto tremare il Comune di Gropparello, nel piacentino, e la cintura di fuoco intorno al vulcano sottomarino Marsili nel Tirreno meridione.
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