Naufragio di Lampedusa, c’è un indiziato e si cercano altri responsabili

Fermato un 22enne tunisino indiziato di favoreggiamento della immigrazione clandestina e omicidio colposo plurimo per il naufragio di Lampedusa del 23 novembre. La Procura di Agrigento procede nell'azione investigativa per individuare eventuali altri responsabili del naufragio. Non risulta al momento battuta la pista della possibile omissione di soccorso per il 23 novembre e neanche per il 6 ottobre

di Mauro Seminara

Ieri sono stati trasferiti da Lampedusa 80 migranti, tutti superstiti del drammatico naufragio occorso il 23 novembre a poche centinaia di metri dalla costa dell’isola in località Cala Galera. Tra i trasferiti c’erano 76 uomini e 4 donne. Tra i superstiti invece c’è Helmi El Loumi, un migrante di nazionalità tunisina, di 22 anni, indiziato di responsabilità in omicidio plurimo colposo. A carico di El Loumi, come da accusa formale della Procura della Repubblica di Agrigento che ne ha disposto il fermo, oltre alla responsabilità per il naufragio ci sono il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed appunto l’omicidio colposo plurimo.

Le vittime accertate del naufragio sono 20, tante quanti i corpi recuperati da Guardia Costiera e Guardia di Finanza dopo giorni di incessante lavoro iniziato già al momento della tragedia. Soltanto i primi corpi, quelli individuati dalle squadre di ricerca nelle ore successive al naufragio

, sono identificabili. Cadaveri in prevalenza di donne, come i primi cinque corpi che il mare ha concesso di trovare in superficie già l’indomani mattina. Per le altre vittime, recuperate giorni dopo ed in fondo al mare – gli ultimi due circa dieci giorni dopo – era impossibile una identificazione a causa delle condizioni fisiche amorfe che mare e decomposizione hanno generato.

Per il gruppo di lavoro antimmigrazione della Procura di Agrigento, coordinato dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dal procuratore aggiunto Alessandro Vella, lo stesso che ha ottenuto il provvedimento del giudice Elenia Manno operando l’azione investigativa con la Squadra Mobile di Agrigento, Helmi El Loumi non sarebbe l’unico indiziato e con questa disposizione di limitazione della libertà personale non si chiude l’indagine sul naufragio. La Procura di Agrigento sta infatti continuando “per la individuazione dei correi allo stato non ancora identificati”. Ma i suddetti “correi” potrebbero di fatto non essere semplici corresponsabili di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e quindi del conseguente omicidio colposo plurimo del naufragio.

Nessuna informazione dalla Procura di Agrigento in merito, perché violerebbe il segreto istruttorio e concorrerebbe a pregiudicare il buon esito delle indagini. Tra le possibili responsabilità da vagliare rimangono però quelle per l’ipotesi di omissione di soccorso che si profilerebbe nel caso in cui la barca in evidente condizione di pericolo, dovuto al sovraccarico ed alla totale assenza di dotazione di sicurezza prevista dalla normativa internazionale, fosse stata avvistata e segnalata dai velivoli del dispositivo europeo Frontex o da altri testimoni e non ne sarebbe conseguita un immediata operazione di soccorso già al primo avvistamento. In tal caso, la corresponsabilità potrebbe essere da cercare su scala internazionale tra l’agenzia europea e le autorità marittime responsabili delle aree SAR italiana e maltese oltre che libica.

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Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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