Rackete non sbagliò

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di Vittorio Alessandro

“L’obbligo di prestare soccorso non si esaurisce nell’atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare ma comporta l’obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro”. Lo ha affermato la Corte di Cassazione nelle motivazioni di annullamento della richiesta di arresto di Carola Rackete che, dunque, agì correttamente forzando il diktat del Viminale, gli ordini e le manovre della Guardia di Finanza e il silenzio ostile di molti titolati a dire e ad agire.

Toninelli ministro affermò che la Rackete fosse stata giustamente rinchiusa in galera; Di Maio ministro si disse sconcertato della sua scarcerazione; Salvini ministro fu oltraggioso e sguaiato; i guappi della stampa e del web scaricarono sconcezze di ogni tipo su di lei e su chi, con fermezza, cercava di spiegare gli obblighi del soccorso.

Arriva, ora, la Cassazione e altre sentenze faranno giustizia. La Bestia sembra scomparsa, e tace come le bestie feroci fanno quando aspettano il nuovo momento buono per azzannare.

Io mi godo questa ventata fresca di civiltà.

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Ammiraglio in congedo, è stato a lungo responsabile della comunicazione della Guardia costiera e del reparto ambientale delle Capitanerie. Ha curato l’informazione istituzionale in occasione delle migrazioni via mare nel 2011 e del sinistro della Costa Concordia nel 2012; ha guidato la missione ambientale italiana Bahar in Libano nel 2006. Dal 2012 al 2017 ha presieduto il Parco Nazionale e l’Area marina protetta delle Cinque Terre. Nel 2014 ha pubblicato “Puntonave” (Mursia editore) e dal 2012 cura l’omonima pagina su Facebook.

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