Libia, adesso Tripoli sequestra aereo che vola da Bengasi

Un aereo della Libyan Airlines che copre le tratte internazionali dall'aeroporto di Bengasi Benina è stato sequestrato ieri dalle autorità di Tripoli durante uno scalo a Misurata per un intervento di manutenzione. L'episodio appena tre giorni dopo che da Bengasi era stato dirottato a terra un volo della stessa compagnia decollato da Misurata e diretto in Giordania sorvolando lo spazio aereo della Libia orientale

Un velivolo della Libyan Airlines in pista (Foto d'archivio della compagnia aerea)

La guerra tra la Cirenaica e la Tripolitania, dichiarata il 4 aprile scorso dal generale Khalifa Haftar, giovedì scorso aveva coinvolto i voli civili con un gioco di manifestazione di autorità nella Libia orientale. Un volo della Libyan Airlines decollato da Misurata e diretto in Giordania era stato dirottato sull’aeroporto vicino Bengasi per un controllo. In quell’occasione, dopo un ora e mezza di fermo e poi l’autorizzazione a riprendere il volo, da Bengasi era stata annunciata la facoltà di fermare, ispezionare ed eventualmente effettuare arresti, su ogni velivolo che dalla parte occidentale della Libia attraversa lo spazio aereo di quella orientale. La risposta di Tripoli è giunta a pochi giorni dall’episodio con il sequestro di un altro velivolo della compagnia nazionale Libyan Airlines.

Dopo il dirottamento del volo Libia-Giordania costretto ad atterrare all’aeroporto di Benina, Bengasi, le autorità della Tripolitania avevano annunciato la sospensione dei voli diretti per l’Egitto e la Giordania. Ieri è stata sferrata la rappresaglia con il sequestro di un velivolo della stessa Libyan Airlines atterrato a Misurata per manutenzione. L’aereo fa parte della flotta che opera a Bengasi, ma la compagnia aerea non è attrezzata a Benina per un certo tipo di interventi manutentivi e per questa ragione il velivolo era stato condotto all’aeroporto di Misurata – attualmente scalo internazionale in uso alternativo a quello di Mitiga, molto più vicino a Tripoli – per degli interventi. Una volta a terra è stato posto sotto sequestro.

Secondo Ezzedine al-Mashnoun, portavoce della Libyan Airlines per la Libia orientale – aeroporto di Bengasi Benina – il velivolo sequestrato, che ordinariamente effettua tre tratte internazionali al giorno, era causa di una serie di gravi ritardi e voli annullati. Il sequestro era stato effettuato durante la manutenzione, quando l’aereo era ormai quasi pronto a ripartire. Lo ha annunciato su Facebook la stessa Libyan Airlines asserendo che il vicedirettore dello scalo di Misurata, Hussain Ballaou, ha fermato il velivolo negando l’autorizzazione al decollo. Sul caso è intervenuto uno dei portavoce della Cirenaica con l’offerta di qualche ora di tempo per la liberazione del velivolo, trascorse le quali le autorità tripoline “dovranno assumersi la responsabilità di altri interventi nel loro spazio aereo”. Il velivolo però non risulta, ancora dopo circa 24 ore, riconsegnato alla compagnia aerea per rientrare in servizio a Bengasi.

Le due fazioni, quella del Governo di Tripoli (GNA) presieduto da Serraj e quella di Bengasi (LNA) fedele al generale Haftar, sembrano aver diviso in due anche i voli civili della Libyan Airlines. In mezzo, tra Tripoli e Bengasi, c’è l’aeroporto di Misurata che svolge le funzioni di aeroporto internazionale al posto di quello tripolino di Mitiga, pochi chilometri ad est della capitale, colpito ad inizio di settembre di quest’anno da un violento raid aereo che ne ha distrutto buona parte del terminal principale e danneggiato la pista. Misurata quindi è adesso scalo per i voli internazionali da e per Tripoli, ma anche luogo di manutenzione per i velivoli della compagnia aerea libica che effettua tratte internazionali sulla Tripolitania e sulla Cirenaica. L’escalation offensiva che pone adesso in ostaggio i voli civili della Libyan Airlines, comunque si concluderà, renderà impossibile i transiti di passeggeri libici verso l’estero ed anche quello di affaristi verso la Libia, isolando sempre più il Paese in preda ad un conflitto dichiarato “guerra civile” ma che coinvolge varie forze militari straniere.

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