Analogia ed omonimia

di Mauro Seminara

Il caso di parziale omonimia tra il mister Conte ed il premier Conte si presta ad un parallelismo tra i due ruoli che in comune hanno un giudizio volubile dei rispettivi fans. Come per l’allenatore Antonio Conte, personaggio del mondo sportivo del calcio, anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è il migliore in funziona alla squadra per cui lavora. Nel calcio è comune che un attaccante sia un idolo fino a quando non va a giocare per la squadra avversaria. Poi, il nuovo attaccante che veste la maglia della squadra del cuore diventa il migliore in assoluto e l’ex passa per un possibile bomber sopravvalutato. Conte, il politico, stava bene a molti – soprattutto tra i 5 Stelle – fino a quando era l’immagine emanata dai due veri capi del Governo italiano, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Adesso, però, l’avvocato Giuseppe Conte si candida a guidare un Governo in qualità di capo del Consiglio dei ministri. Quindi non più la controfigura dei due capi politici ma il capo dei leader politici che prenderanno posto nel Governo. E qui, già Conte è meno bravo e meno gradito a molti tifosi. Soprattutto per i tifosi pentastellati che vedranno il loro Luigi Di Maio sottoposto al terzo estraneo Giuseppe Conte.

L’approccio estremamente volubile riguarda tutti ormai nel “Bel Paese”. Gli italiani si sono ormai da tempo abituati a tessere lodi dei giornalisti e degli analisti se le loro affermazioni tirano acqua al mulino di casa, poi però le cose cambiano se le informazioni o le analisi non sono più convenienti. Purtroppo però non si passa dal plauso alla critica ma dall’osannare all’offendere, spesso anche con ingiurie rivolte alla persona, ed addirittura li si minaccia pure. Ovviamente da dietro la tastiera dei tifosi di turno. Barbarie sociale di un Paese che la cultura, che lo aveva reso un grande Paese nel mondo, l’ha definitivamente abbandonata in favore del giudizio ignorante tipico del tronista televisivo, ma a caccia di “Like”. Proprio in questi convulsi giorni di politica di basso livello, gli squadristi della tifoseria che ancora da retta a chi ha fatto cadere il Governo e con esso tutte le poltrone di partito, per poi dare la colpa agli “attaccati alla poltrona” che avrebbero fatto il cosiddetto “inciucio”, sembrano più aggressivi sia sui social che per strada. Come un embrione fascista, abortito dal genitore, che non riesce a farsene una ragione e viene travolto da aggressiva isteria.

Un fenomeno simile, a breve, si manifesterà anche tra i tifosi del partito che dopo aver abbandonato i propri valori per proteggere l’ex alleato, adesso calerà inevitabilmente anche la maschera anti-europeista perché – qualunque cosa possano dire o votare su Rousseau – la politica di chiusura, anti-europeista e di continuo attrito con gli altri governi europei, stava trascinando l’Italia in un baratro oscuro. Proprio per questa ragione, dato il risultato portato a casa da Salvini e Di Maio in sede europea, Giuseppe Conte è l’unica opzione utile per il Movimento 5 Stelle poter recuperare un minimo di credibilità all’estero. Anche se Il Movimento ci rimette la leadership nel Governo con un capo del Governo che darà disposizioni e non le eseguirà come un fantoccio. Ci si può quindi preparare a sentire etichettare Giuseppe Comte come M5S o PD, dai 5 Stelle e dal PD, all’occorrenza. Già è virale il nuovo trend degli uffici marketing di partito, con un futuro presidente del Consiglio al soldo di altri poteri europei. Fa però sorridere che, i primi a lanciare questa accusa sono quelli che al Governo, sul finire dello scorso anno, sottoposero al Parlamento italiano una legge di bilancio riscritta in sede europea da approvare l’ultimo giorno utile e con il blindato voto di fiducia imposto dall’esecutivo.

Non è dato sapere, se una maggioranza di Governo M5S-PD si costituirà davvero, quanto potrebbe durare il nuovo esecutivo. Forse quattro anni o forse giusto il tempo per scansare il pericolo delle elezioni anticipate che manderebbe tutti a casa. L’unica cosa certa è che se l’Italia non lavora sul recupero dei rapporti diplomatici internazionali, nel giro di pochi mesi si potrà dire spacciata.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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