È il 12 dicembre 1901 il giorno in cui, il fisico italiano e pioniere della radio Guglielmo Marconi, riesce a inviare la prima trasmissione radio attraverso l’oceano Atlantico, nonostante i suoi detrattori sostenessero che la curvatura della terra avrebbe limitato la trasmissione a 200 miglia o meno, proprio perché le onde radio si propagavano non seguendo la curvatura terrestre. Il messaggio, un semplicemente il segnale del codice Morse per la lettera “s”, si estese per oltre 2000 miglia da Poldhu, in Cornovaglia, in Inghilterra, a Terranova, in Canada. Da quel giorno a oggi, è storia: la radio, la televisione, i nuovi media. Senza quel brevissimo segnale, la storia dell’evoluzione tecnologica che ci permette di avere a portata di mano strumenti con alta capacità di comunicazione, avrebbe subito un netto rallentamento.
Nato a Bologna, nel 1874 da padre italiano e madre irlandese, Guglielmo Marconi studiò fisica e s’interessò alla trasmissione di onde radio dopo aver appreso degli esperimenti del fisico tedesco Heinrich Hertz. Cominciò i propri esperimenti a Bologna intorno al 1894 e ben presto riuscì a inviare un segnale radio ad una distanza di quasi due chilometri. Ricevendo poco incoraggiamento per i suoi esperimenti in Italia, andò in Inghilterra nel 1896 e formò una società che si occupava di telegrafia senza fili. Nel giro di poco tempo fu in grado di inviare trasmissioni a distanze superiori le 10 miglia. Nel 1899 riuscì a inviare una trasmissione attraverso la Manica. Quell’anno, equipaggiò due navi degli Stati Uniti per riferire ai giornali di New York sui progressi della regata degli yachts dell’America’s Cup. L’inaspettato successo, suscitò un interesse diffuso per Marconi e per la sua società. La trasmissione “senza fili” cominciò ad essere considerata una realtà.
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