In Sicilia esercitazioni NATO con pericoloso sottomarino nucleare

L’esercitazione NATO Dynamic Manta 2019 è attualmente in corso nelle acque della Sicilia orientale, ha preso il via dai porti di Catania ed Augusta (Siracusa) il 26 febbraio scorso e si concluderà giovedì 8 marzo

di Antonio Mazzeo

C’è un sottomarino a propulsione nucleare tra le unità da guerra impegnate nella vasta esercitazione NATO Dynamic Manta 2019 attualmente in corso nelle acque della Sicilia orientale. Si tratta dell’HMS Ambush (S120), sommergibile della classe “Astute” della Marina del Regno unito. Operativo dal 2013, l’HMS Ambush imbarca due reattori nucleari PWR 2 prodotti dalla Roll Royce e che dovrebbero assicurare piena autonomia energetica all’unità per i prossimi 25 anni. Da più parti tuttavia ne è stata documentata la pericolosità per la sicurezza e l’ambiente. Un report del novembre 2009 sulla tenuta dei sistemi di propulsione PWR 2 del Defence Nuclear Safety Regulator, l’ente del ministero della difesa britannico a cui è demandato il controllo dei dispositivi nucleari in dotazione alle forze armate, aveva segnalato come questi reattori fossero “potenzialmente vulnerabili in caso di guasto strutturale al circuito primario”, con conseguente pericolo per l’equipaggio e la popolazione civile.

Nel gennaio 2012 fu pure documentata l’esistenza di radioattività nell’acqua refrigerante del reattore PWR 2, a seguito di una microscopica breccia nel rivestimento del combustibile. La Royal Navy secretò l’incidente sino al 2014. Il 20 luglio 2016 lo stesso sottomarino HMS Ambush entrò in collisione nelle acque di Gibilterra con il mercantile Andreas battente bandiera panamense, riportando notevoli lesioni alle attrezzature sonar. Subito dopo la collisione la Royal Navy diffuse un comunicato in cui furono negati danni di ogni sorta al sommergibile e al suo equipaggio, ma le riparazioni allo scafo costarono ben 2,1 milioni di sterline all’erario britannico. Imponente il sistema d’arma a disposizione del sottomarino Ambush: una quarantina tra missili da crociera “Tomahawk” con una gittata sino a 1.600 chilometri e siluri pesanti “Spearfish”.

L’esercitazione NATO Dynamic Manta ha preso il via dai porti di Catania ed Augusta (Siracusa) il 26 febbraio scorso e si concluderà giovedì 8 marzo. Vi partecipano dieci nazioni alleate che simulano una vasta operazione di guerra anti-sottomarini nel Mar Ionio, a poche miglia di distanza dalle coste siciliane e calabresi. “L’esercitazione annuale Dynamic Manta rimane una delle maggiori opportunità per le forze navali della NATO nel mettere in pratica e valutare tutte le loro abilità anti-sommergibili in un ambiente altamente stimolante”, ha dichiarato l’ammiraglio Andrew Lennon, comandante delle forze sottomarine dell’Alleanza Atlantica. “Questa esercitazione è un’opportunità unica per potenziare le capacità di combattimento delle unità navali in tutte e tre le dimensioni della guerra anti-sottomarini in un ambiente multinazionale e con minacce multiple. Noi apprezziamo il supporto da parte della Marina militare italiana nell’ospitare e rendere il più proficua questa esercitazione per rafforzare la nostra interoperabilità e le nostre competenze nella guerra ai sottomarini e alle unità di superficie”.

“La particolarità di Dynamic Manta – prosegue il comunicato del Comando delle forze sottomarine della NATO – consiste anche sulla valutazione dal vivo di ogni singola operazione grazie ad un team composto da esperti basati in un apposito comando nella stazione aeronavale di Sigonella, in grado di elaborare e produrre in tempo reale un’analisi dettagliata dell’operato di ogni singola unità, consentendo quindi ad ogni equipaggio di apportare modifiche o mettere a punto le tattiche di combattimento anti-sottomarini adattandole al complesso e mutevole contesto reale; inoltre ogni unità, sia di superficie che subacquea, avrà l’opportunità di condurre una serie di operazioni con la possibilità di essere a turno cacciatore o preda”.

Al Dynamic Manta 2019 sono impegnati circa 3000 militari, cinque sommergibili, nove navi di superficie e otto aerei pattugliatori. I paesi partecipanti sono Italia, Canada, Francia, Grecia, Spagna, Turchia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Stati Uniti. L’Italia assicura il supporto logistico alle forze aeronavali con la base navale della Marina Militare di Augusta (utilizzato in particolare per l’approdo dei sottomarini, compreso l’HMS Ambush), il porto di Catania, la base aerea di Sigonella e la stazione elicotteri di Catania-Fontanarossa, contigua allo scalo aereo civile etneo. Prima di raggiungere la Sicilia, il sottomarino della Royal Navy ha fatto una sosta tecnica da Gibilterra il 13 febbraio, suscitando le vibrate proteste dei pacifisti e degli ecologisti locali che da anni lottano contro gli approdi di unità da guerra a capacità e propulsione nucleare nelle acque antistanti la Rocca-colonia che il Regno Unito possiede nella penisola iberica dal 1713.

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