Soccorso di 89 migranti tra i delfini per Louise Michel, la Ong dipinta da Bansky

La motovedetta civile Luoise Michel ha preso a bordo 89 persone migranti in area di competenza ricerca e soccorso della Libia. Attualmente la barca dipinta dall'artista Bansky è l'unica imbarcazione Ong attrezzata per eventi di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. La Sea Watch 4 attende un porto sicuro con 201 naufraghi a bordo e la Astral di Open Arms è un piccolo natante a vela, veloce ma poco capiente

Il rhib del team rescue della Louise Michel ed il gommone carico di migranti con i delfini che nuotano intorno

di Mauro Seminara

Oggi la motovedetta civile bianca e rosa “Luoise Michel” – la cui appariscente ma pacifica “livrea” è stata immaginata e realizzata dall’artista Bansky – ha effettuato il suo primo intervento SAR nel Mediterraneo centrale soccorrendo 89 persone migranti che si trovavano a bordo di un gommone. L’immagine scattata dal team rescue della nuova barca non governativa che solca il Mediterraneo a nord della Libia mostra il gommone contornato da un gruppo di delfini che li teneva in compagnia. Presenza che, per quanti a bordo del precario natante sovraccarico non conoscono il mare, poteva forse incutere timore. I delfini invece sarebbero stati forse anche dei buoni soccorritori se non fosse arrivata la Louise Michel.

La piccola imbarcazione Ong è attualmente l’unica in grado di poter effettuare soccorsi in caso di imminente pericolo, essendo la “Sea Watch 4” impegnata a vagare in giro per il Mediterraneo con 201 naufraghi a bordo che attendono un porto sicuro in cui poter sbarcare per ricominciare la propria vita e la “Astral” di Open Arms un velocissimo scafo a vela capace di raggiungere rapidamente un natante in difficoltà e prestare aiuto all’occorrenza – oltre a monitorare la situazione in quel mare di morte – ma inadeguato a poter tenere a bordo molti naufraghi in caso di necessità. Astral è attualmente una presenza di supporto, ma necessità a sua volta del supporto di una nave o comunque di una imbarcazione adeguata ad un trasbordo immediato in caso di intervento SAR (ricerca e soccorso).

La flotta civile di soccorritori del Mediterraneo è stata smembrata con diverse attività amministrative dopo tre anni di criminalizzazione  e persecuzione da parte del Governo italiano che, di fatto, non aveva prodotto nulla per fermare le uniche imbarcazioni disposte a non lasciare annegare persone e non lasciarle catturare dai libici, partner dell’Unione europea finanziati ed addestrati dall’Italia per acciuffare potenziali richiedenti asilo e ricondurli in centri di detenzione lager di un Paese in guerra e che non ha mai né aderito né compreso il principio dei diritti umani e la Convenzione di Ginevra. Ma se da una parte ci sono navi Ong ferme in porto per cavilli amministrativi legati all’omologazione del depuratore – che non fa testo in presenza di naufraghi a bordo invece che passeggeri – ed altre quisquilie, dall’altra c’è una società civile che fortunatamente non vuole essere complice dei crimini europei commessi con conferimento di delega alla Libia ed è disposta a rischiare tutto pur di offrire una speranza di salvezza ai tanti profughi che riescono ad abbandonare la Libia con i traumi psicologici, oltre che fisici, che gli ha impresso sopra e sotto la pelle.

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Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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