Migrazioni, strage di migranti sulla rotta tunisina di Sfax

Venti vittime e venti persone ancora disperse al largo della Tunisia. Soltanto cinque i superstiti di un naufragio occorso a circa sei miglia dalla costa di Sfax, nuovo porto di partenza di migranti subsahariani

(Foto d'archivio)

di Mauro Seminara

Avevamo già annunciato che la Tunisia, in particolare il porto di Sfax al quale sembra volersi aggiungere anche quello di Zarzis (nell’estremo sud), stavano progressivamente diventando il canale di fuga alternativo alla Libia dei respingimenti per procura. Una barca con a bordo 45 persone, prevalentemente di etnia subsahariana come tipico nel traffico libico, ha fatto naufragio questa notte al largo della Tunisia. La notizia è stata convalidata da un alto funzionario del Governo tunisino che ha anche annunciato il recupero di venti corpi aggiungendo che “ne sono stati salvati cinque e tutti provengono dall’Africa subsahariana”. La tragedia si è consumata a sei miglia dalla costa di Sfax. Ali Ayari, funzionario del Ministero degli Interni tunisino, ha dichiarato all’agenzia di stampa Reuters che a bordo dell’imbarcazione si trovavano 45 persone. Ricerche in corso per venti dispersi che dopo circa dodici ore dalla tragedia pare non siano ancora stati trovati. Si suppone che il numero complessivo delle vittime possa ufficializzarsi presto in 40 con soli cinque superstiti. Le finestre meteo apparentemente favorevoli alle traversate nel periodo natalizio non sono eventi eccezionali e purtroppo neanche i naufragi lo sono.

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Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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