Migrazioni, a Lampedusa 256 migranti tra Tunisia e Libia – FOTO

Otto barche migranti tra martedì e mercoledì a Lampedusa per un totale di 256 persone. Due imbarcazioni partite dalla Libia. Oggi incontro a Roma tra ministro degli Interni italiano e omologo libico. Nave quarantena "Rhapsody" ormeggia allo scalo alternativo di Lampedusa per imbarcare i migranti

Un gruppo di migranti in arrivo nel porto di Lampedusa la sera del 20 ottobre 2020

di Mauro Seminara

Mentre  Roma e Tripoli confermavano in Italia “l’impegno reciproco ad intensificare l’azione di contrasto alle reti dei trafficanti di esseri umani” con l’incontro tra il ministro degli Interni italiano Luciana Lamorgese e l’omologo libico Fathi Bashaga (foto a destra) – riconfermato agli Interni del governo libico dopo un “esonero” mentre Bashaga si trovava in Turchia ed un riaffidamento di incarico con accordo turco-libico sulle milizie di Misurata – a Lampedusa arrivavano varie barche di migranti con due di esse partite proprio dalla costa libica. Per la precisione, 164 persone sbarcate sull’isola italiana questa notte, un gruppo di 84 e l’altro di 80, a poche ore dall’incontro presso il Viminale tra i due ministri degli Interni. “Nel corso del colloquio – annuncia il Viminale al termine dell’incontro – sono state esaminate questioni relative al controllo dei flussi migratori con l’impegno reciproco a intensificare l’azione di contrasto alle reti dei trafficanti di esseri umani”. Una frase di rito tipicamente “politicese” con la quale, come da anni ormai, si parla di contrasto alle “reti dei trafficanti” e poi si concentrano le risorse sul contrasto ai migranti vittime dei trafficanti.

Nel corso di circa 48 ore a Lampedusa sono arrivate 7 barche, dalla più piccola con solo sei persone a bordo alla più grande con 84 migranti. Le prime ad approdare sono state quelle – rispettivamente – di 6, 12 e poi 36 persone. Tutte e tre le imbarcazioni partite dalla Tunisia, le prime due con solo uomini tunisini a bordo e la terza con una donna e quattro minori tra i 36 migranti che parrebbero essere partiti dal porto tunisino di Sfax. Le prime tre barche erano però il preludio di una lunga notte a Lampedusa. A mezzanotte è infatti arrivata una quarta imbarcazione, anche questa partita dalla Tunisia e con a bordo 13 uomini di nazionalità tunisina. Da li a breve sarebbe arrivato “il carico” dalla Libia che molto probabilmente, secondo il tracciamento delle orbite dei velivoli italiani nel corso dell’intera giornata di ieri, martedì 20 ottobre, effettuato dal giornalista di Radio Radicale Sergio Scandura, veniva monitorato già in area di responsabilità SAR della Libia.

Una barca, monitorata ed “attesa”, attraversate le aree di acque internazionali la cui responsabilità ricade rispettivamente sulla Libia e a seguire su Malta, hanno raggiunto le acque territoriali italiane di Lampedusa: un ristretto raggio di 12 miglia dalla coste delle tre isole dell’arcipelago italiano, le Pelagie, che corrispondono quasi esattamente all’ultimo lembo di area SAR italiana sul fronte sud. Una delle due barche è stata poi agganciata dalle motovedette che sono così intervenute in attività di polizia per l’ingresso illegale di migranti in acque territoriali ancor prima che in soccorso. Sulla barca c’erano 84 persone partite dalla Libia, di nazionalità mista (Bangladesh, Pakistan, Egitto, Ghana, Sudan ed anche altri Stati del nord Africa) e molti minori asiatici. Lo sbarco è avvenuto intorno all’una di notte nel porto di Lampedusa. Nel frattempo, in altra località della piccola isola pelagica italiana – 25 chilometri quadrati di territorio – un’altra barca approdava in completa autonomia.

Per le due barche, più che per i piccoli natanti provenienti dalla Tunisia, tre Stati (Libia, Malta e Italia), si presume a conoscenza della notizia di presenza in mare dei natanti in pericolo stando alle ricognizioni aeree, è stato omesso il soccorso ed è stato atteso l’arrivo autonomo. Ed in assoluta autonomia la seconda barca proveniente dalla Libia, che aveva navigato insieme a quella agganciata dalla Guardia Costiera, ha raggiunto Cala Francese ed ha completato da se il proprio sbarco. Molti dei migranti approdati a Lampedusa si sono fermati sulla spiaggia, ma la maggioranza si era già messa in cammino cercando la via per il centro abitato. Alcuni di essi, raggiunta la strada si sono poi fermati. Si tratta di altre 80 persone, tra le quali anche donne, di nazionalità mista simile alla composizione della barca gemella. Sono le due di notte quando tutto il dispositivo anti-immigrazione e di prima accoglienza si muove per recarsi a Cala Francese e trovare i migranti già a terra e sparsi nel raggio di un chilometro circa. Come se gli sbarchi fossero avvenuti in esatta concomitanza, quello dell’una di notte, gestito in porto dalle autorità e quello autonomo in località Cala Francese.

La notte degli sbarchi non si è conclusa con le 80 persone partite dalla Libia ed approdate in autonomia a Lampedusa dopo un viaggio di circa 180 miglia nautiche (circa 300 chilometri) attraverso il Mediterraneo centrale. Alle tre della stessa notte appena trascorsa, prima che albeggiasse mercoledì 21 ottobre, altri 14 migranti sono arrivati sull’isola pelagica. Uno sbarco assistito, dalle acque territoriali al porto, per un piccolo gruppo di migranti nel quale era presente un nucleo familiare con marito, moglie e due bimbe. Una breve pausa, di circa15 ore, ha separato lo sbarco dei 14 da quello di 11 migranti approdati a Lampedusa alle sei del pomeriggio. Un gruppo partito dalla Tunisia in cui, tra le 11 persone, c’erano anche tre donne e tre minori senza un familiare al seguito. Il totale degli otto natanti che in 48 ore è arrivato a Lampedusa è pari a 256 persone sbarcate, condotte al centro di prima accoglienza per l’identificazione e poi preparate per l’imbarco sulla nave quarantena “Rhapsody” che, mentre gli ultimi 11 migranti mettevano piede a terra in porto, si è preparata all’imbarco ormeggiando allo scalo alternativo pelagico di Cala Pisana.

Informazioni su Mauro Seminara 704 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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