Esplorare il sesto continente: fisiologia dell’immersione subacquea

Esplorare il sesto continente? Non servono muscoli, ma cervello. Un corso di immersione subacquea e una visita che accerti lo stato di buona salute permettono di godere appieno e senza rischi delle bellezze e dei segreti più affascinanti del mare

di Maurizio Maria Fossati

Immergersi come dei Rambo? No grazie. Non serve essere né Rambo, néun supereroe per praticare gli sport subacquei. Snorkeling, fish watching, pesca in apnea, immersione con le bombole, fotosub e videosub sono alla portata di tutti. Basta essere in buona forma fisica, non avere gravi problemi di cuore, all’apparato respiratorio e all’orecchio.

Ovviamente bisogna conoscere le regole e fare un po’ di pratica. E’ fondamentale, quindi, frequentare un buon corso di immersione subacquea che ci permetta di acquisire sia la teoria che le tecniche necessarie. Ma non abbiate timore, perché, a patto di avere un comportamento prudente, l’immersione subacquea è alla portata pressoché di tutti. Pensate che lo sforzo richiesto per un’immersione con le bombole (che contengono aria compressa) è pari a quello di una passeggiata in collina, all’aria aperta.

Una passione che affascina

“Sub”è bello, appassionante, magico. Offre la sensazione del volo, di non essere soggetti alla forza di gravità, e ci permette di librarci nel blu del mare in tutte e tre le dimensioni. Ed è indubbio: durante un’esperienza subacquea si è letteralmente “immersi” nella natura e si possono vivere incontri ravvicinati con i più svariati tipi di animale marino: dal nudibranco, al pesce di scoglio, al carangide di passo, all’empatico delfino, all’intelligente polpo. L’immersione subacquea è una passione che risveglia l’Ulisse che abbiamo dentro, Che se ti conquista, non ti lascia più.

Considerare l’immersione un semplice sport è riduttivo. L’immersione dà benessere psico-fisico, contatto globale con l’ambiente, training per l’autocontrollo e permette di sviluppare un migliore equilibrio mentale. Ma attenzione: l’approccio alla giusta “mentalità del subacqueo” bandisce ogni tipo di bravata e di ricerca del primato. Chi si immerge per diletto deve mettere da parte lo spirito agonistico per gestire al meglio il proprio bilancio energetico.

Nei corsi si impara a mantenere sempre l’equilibrio idrostatico usando il jacket, una sorta di salvagente che sorregge le bombole e ci permette di avere un assetto neutro a qualunque profondità, cioè senza affondare o ”pallonare” verso la superficie come un tappo di sughero. Le pinne sono il “motore” che ci permette di avanzare.  La falcata deve sempre essere ampia e regolare, la respirazione cadenzata. Così si risparmia energia e ci si può rilassare senza mai entrare in affanno.

Risali sempre lentamente

Lucidità e autocontrollo sono le doti fondamentali che ogni buon subacqueo deve maturare e possedere. E poi ci sono alcuni consigli pratici di cui fare tesoro.

Nelle immersioni sportive cerca di restare sempre in curva di sicurezza. Questo ti permetterà di risalire evitando lunghe soste di decompressione e il rischio di terminare l’aria. Ricorda infatti che oltre l’80% degli incidenti si verifica a seguito di immersioni fuori curva. Risali sempre alla velocità di 10 metri al minuto e fermati sempre 3 minuti a 5 metri di profondità prima di emergere. E’ una norma di sicurezza che costa poco e garantisce di allontanare ulteriormente il rischio di embolia gassosa.

Il rischio embolia

Il rischio più temibile per chi si immerge con le bombole è, infatti, l’embolia gassosa.

Sott’acqua il sub respira l’aria compressa delle bombole. L’aria contiene circa il 20% di ossigeno e l’80% di azoto. Mentre l’ossigeno viene consumato dalle cellule per vivere (metabolismo), l’azoto (che è un gas inerte) viene assorbito e incamerato dai tessuti. Quando il sub torna in superficie, l’azoto disciolto nel corpo deve essere espulso attraverso la respirazione. Se risaliamo lentamente (e rispettando la curva di sicurezza), l’azoto esce dal corpo attraverso la respirazione senza problemi. Se, invece, la risalita è troppo veloce, nei tessuti si possono formare delle microbolle d’azoto. Questa è l’embolia gassosa, che, a seconda del grado, può causare dolori, paralisi e morte. Il rimedio consiste nell’immediato ricovero in camera iperbarica per un trattamento di ricompressione terapeutica.

Il DAN (Diving Alert Network – www.daneurope.org) è l’organizzazione internazionale che si occupa degli interventi di emergenza-urgenza in caso di incidenti in immersione.

Attenti alla digestione

Per evitare incidenti è consigliabile non andare mai sott’acqua da soli, ma soprattutto con la digestione in corso. Duilio Marcante, “padre” delle attività subacquee in Italia, usava ripetere che “un panino in meno non ha mai fatto morire di fame nessuno, uno in più invece…”.

L’alimentazione ideale per un sub deve essere leggera ed energetica. Ottima quindi la dieta mediterranea, prediligendo la pasta (facilmente digeribile) e la frutta (ricca di antiossidanti). Un po’ di miele prima dell’immersione dà una sferzata di energia e una barretta di cioccolato fondente (antiossidante) migliora la risposta individuale allo stress ossidativo. Prima dell’immersione sono da evitare alcol, caffè, farmaci eccitanti o tranquillanti.

Visite e brevetti

Sono numerose le associazioni e i diving in Italia e all’estero che rilasciano brevetti subacquei a diversi livelli. In ogni caso, chi si immerge dovrebbe sottoporsi annualmente, prima delle vacanze, a una visita medica che comprenda elettrocardiogramma a riposo e sotto sforzo, spirometria, esame otorino, al torace, esami del sangue e delle urine. E’ da sapere che il sovrappeso (eccesso di massa grassa) penalizza i rischi fisiologici dell’immersione.

In immersione muoviti sempre con calma, respirando in modo ampio e regolare, senza mai affaticarti. Non fare sforzi. Respira abbondantemente in risalita e nella sosta di sicurezza per facilitare l’espulsione dell’azoto. Con gli autorespiratori ad aria non superare i 40 metri di profondità. Non fare apnea per almeno 2 ore dopo un’immersione con bombole (rischio microbolle) e non immergerti se sei in cattive condizioni di salute, se hai il raffreddore, se sei stanco o molto stressato.

Mai immergersi da soli

Tieni sempre d’occhio il compagno e considera che in caso di guasto meccanico (se uno dei due rimanesse senza aria), la distanza che vi separa dovrebbe essere facilmente percorribile in apnea per rimediare all’emergenza con una respirazione in coppia dalla stessa bombola. Programma sempre l’immersione e ricorda che in qualunque momento devi poter essere autonomo e proseguire da solo per riemergere in sicurezza (potrebbe capitarti di perdere il compagno o il gruppo durante l’immersione).

L’importanza dell’attrezzatura

Se per andare sott’acqua dobbiamo essere in buona forma fisica, l’attrezzatura non deve essere da meno. Dovrà quindi essere controllata ogni anno. Gli erogatori sono gli strumenti ai quali dobbiamo prestare maggiore attenzione: sono delicati e, nonostante vengano sciacquati con acqua dolce dopo ogni immersione, i meccanismi interni si possono ossidare. D’obbligo, quindi, la revisione annuale. Vanno controllate periodicamente anche le guarnizioni del jacket, delle bombole e la resistenza del cinghietto della maschera.

A questo punto siete pronti. Buone immersioni!

Informazioni su Maurizio Maria Fossati 11 Articoli
Milanese, giornalista professionista, divulgatore scientifico e scrittore. Dopo l’università (ingegneria), spinto dalla passione per il mare e l'immersione subacquea, entra nella redazione di «Vela e Motore» per poi passare alla Mursia. Nell’85 è a «Le Scienze», edizione italiana di «Scientific American». Nel '91 passa a “Il Giorno” dove è responsabile delle pagine e degli inserti di Scienza e Salute e dove è a capo della redazione “Il Giorno-Metropoli”. Oggi si occupa di Salute sulle pagine di QN (Quotidiano Nazionale) e modera convegni medici. E' docente in corsi di formazione continua per giornalisti dell’Ordine Nazionale Giornalisti. Già vicepresidente di UNAMSI (Unione Nazionale Medico Scientifica d'Informazione), di cui oggi è probo-viro, è anche giornalista UGIS (Unione Giornalisti Scientifici Italiani). Coautore del libro di medicina narrativa “Parole che curano. L’empatia come buona medicina. Storie di malati, familiari e curanti”, Publiediting, del volume “Comunicare la Salute”, testo UNAMSI per corsi universitari di comunicazione giornalistica per medici e ricercatori. Autore di “Immersione subacquea, in apnea e con le bombole”, De Vecchi, e coautore di “Dieci x dieci, le cento meraviglie del mare”, edito da Touring Club Italiano-Gist. Per Morellini ha pubblicato nel 2019 “Perché? Oltre 100 quiz per svelare le curiosità della scienza”, e nel 2020 “Perché? Ambiente. Oltre 100 quiz per salvare il Pianeta”.

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