Tentato suicidio, evacuato naufrago da nave Alan Kurdi

Stillicidio di evacuazioni mediche dalle navi Ong Alan Kurdi e Aita Mari che vengono tenute fuori acque territoriali per poi essere raggiunte dalle motovedette che trasferiscono i naufraghi a rischio. Una ragazzo di 24 anni aveva tentato il suicidio a bordo della nave della Ong tedesca Sea Eye

Credits: Cédric Fettouche / Sea Eye

Dopo le evacuazioni mediche urgenti dalla Aita Mari e dalla Alan Kurdi prima, un’altra operazione Medevac ha interessato ieri la nave Ong tedesca ferma ormai da giorni al largo di Palermo ma in acque internazionali. Per il Ministero dei Trasporti, cui fa capo la Guardia Costiera, pare sia preferibile far fare alle motovedette circa 30 miglia ad ogni emergenza piuttosto che concedere un punto di ormeggio nelle more di una soluzione. Nel caso della operazione MedEvac condotta dalla Guardia Costiera questa notte si tratta di un uomo che ha tentato il suicidio dopo dieci giorni a bordo della nave interdetta. Il porto chiuso italiano e la permanenza estenuante sulla nave soccorritrice sono l’epilogo per persone che hanno compiuto l’intero calvario della detenzione libica, dello sfruttamento, delle torture, degli abusi, del viaggio in barca e della paura di naufragare, infine del soccorso tra spari e tentativi di far ribaltare la barca, con persone in mare e salvatori sotto minaccia.

La Guardia Costiera ha quindi prelevato dalla nave della Ong tedesca Sea Eye una persona che aveva perso la ragione, come già era accaduto a Lampedusa con una analoga evacuazione dalla Aita Mari. La persona evacuata dalla Alan Kurdi però era arrivata a tentare il suicidio. A bordo della nave Ong tedesca rimangono adesso 146 persone e 37 sulla Aita Mari che, al largo di Lampedusa ha visto anch’essa procedere lo stillicidio delle evacuazioni mediche che destabilizzano psicologicamente i naufraghi che rimangono a bordo.

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