Caso Diciotti, nessun processo per Salvini. Il M5S si allontana dalla maggioranza

Numeri ballerini al Senato: senza i voti dei dissidenti M5S il governo scende a quota 148, meno dei 161 necessari per la maggioranza. Per il leader della Lega fondamentale il voto del centrodestra

di Alfonso Raimo

L’aula di Palazzo Madama ha respinto a maggioranza assoluta l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini. Il dato è desumibile dal tabellone elettronico del Senato. La conferma arriva dal presidente del gruppo Pd Andrea Marcucci. “Cinque stelle e Forza Italia sono paladini di Salvini”, commenta. Il risultato verrà proclamato però solo alla fine delle operazioni di voto, possibili fino alle 19. “Si sono espressi 232 senatori. Visivamente si deduce che la mia proposta contro l’autorizzazione a procedere è stata accolta. Le lucette verdi erano largamente di più”, aggiunge il presidente della Giunta per le immunità Maurizio Gasparri.

Il voto sul caso Diciotti potrebbe lasciare strascichi pesanti in maggioranza. L’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini dovrà essere negata infatti da una maggioranza assoluta di 161 senatori. Alle 13, quando in aula si è tenuta la votazione nominale con scrutinio simultaneo elettronico, a favore della relazione Gasparri (no all’autorizzazione) i voti sono stati 232. Ma in questo numero ci sono anche i senatori di Forza Italia (61) e di FdI (17) che pur non essendo in maggioranza, hanno votato contro l’autorizzazione a procedere (voto a favore della relazione).

La maggioranza Salva-Salvini di 232 senatori, scremata dei 78 senatori forzisti e di Fratelli d’Italia, arriva invece a 154 senatori. Ben sei voti sotto la maggioranza assoluta al Senato. Ma non basta. Mettendo a confronto lo schema che reca l’occupazione dei posti da parte dei vari gruppi nell’aula di Palazzo Madama (dal sito del Senato) con il tabulato della votazione elettronica delle 13 (nella foto), si nota però che anche altri senatori membri di altri gruppi esterni alla maggioranza gialloverde hanno votato con i gialloverdi per salvare-Salvini. E precisamente 4 hanno votato a favore nel gruppo misto (due non hanno ancora votato, altri 4 hanno votato contro, nell’estrema sinistra dell’emiciclo).

E inoltre nella terza fila del settore riservato ai tre gruppi Pd (in alto), Per le autonomie (terza fila) e M5s (in basso), si nota che nella componente Per le autonomie ci sono 2 voti a favore di Salvini (e 4 contrari). Sommando anche questi voti, e cioè 2 delle Autonomie e 4 del misto, e togliendoli alla maggioranza politica di 154, questa scende ancora a quota 148, 12 voti sotto la metà dell’emiciclo. Le votazioni al Senato non sono ancora terminate. Dopo il voto elettronico simultaneo delle 13, infatti, i senatori con funzione di segretari terranno aperte le urne al banco della presidenza per votazioni singole palesi fino alle 19. I voti saranno registrati in verbali appositi e dichiarati nella proclamazione finale a urne chiuse dopo le 19.

Dalla foto della votazione, confrontata con lo schema dei posti occupati in aula, si deduce che oltre ai voti contrari di Nugnes e Fattori, almeno 11 senatori M5s non hanno votato alle 13 e potenzialmente sono recuperabili alla causa. A quanto apprende l’agenzia Dire, dal gruppo M5s del Senato è partita la sollecitazione ai propri senatori perchè si rechino a votare in giornata. Se Salvini è salvo, si potrebbe dire con un gioco di parole, non è salva la maggioranza e soprattutto non è autonoma, visto che senza quegli 11 voti resta ferma a quota 148, ben lontana dalla metà dell’emiciclo. A quanto si apprende, di questi 11 il M5s confida di recuperarne 5. Difficile invece far andare a votare gli altri 6. In ogni caso c’è tempo fino alle 19. Altrimenti il ‘soccorso azzurro’ (o ‘nero’ a seconda dei casi) potrebbe diventare necessità.

di Alfonso Raimo – Agenzia DIRE

www.dire.it

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