Lampedusa, arrestato presunto torturatore dei migranti in Libia

Accusato di vari crimini efferati un somalo di 23 anni rintracciati tra i migranti dell'hotspot di Lampedusa

Associazione per delinquere armata transnazionale dedita a tratta di persone, sequestri, violenza sessuale, omicidio aggravato e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Questi i capi di imputazione per cui sono stati ammanettati i polsi di Taher Mouhamed Ahmed, somalo di 23 anni rintracciato dagli inquirenti all’interno dell’hotspot di Lampedusa. Le indagini, condotte dal Servizio centrale Operativo, dalla Squadra mobile di Palermo e Agrigento, erano partite già lo scorso 27 maggio a seguito di varie testimonianze raccolte tra i migranti dagli agenti della Squadra Mobile. Taher Mouhamed Ahmed é stato trasferito in manette a Porto Empedocle dopo l’ordinanza di arresto. Dal porto agrigentino al regime carcerario nel disponibilità della Procura di Agrigento per gli interrogatori.

Taher Mouhamed Ahmed
Le testimonianze rese dai migranti sbarcati in Italia rendono solo in parte l’idea di cosa il somalo di 23 anni era capace: “Al mio arrivo Mohamed il somalo era già nella struttura. lui picchiava i migranti. Si divertiva ad umiliarci e a farci pesare la sua supremazia. Mi ricordo che una volta lo stesso libico, a cui appartiene la struttura, lo ha ripreso perché ci picchiava così forte da ridurci in fin di vita”. Ed ancora: “Mi è stato raccontato che poco tempo prima del mio arrivo tre migranti erano riusciti a fuggire. Due di questi sono stati riacciuffati e uccisi davanti gli altri reclusi… a bastonate”.

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