Covid e isole minori, l’opportunità da non perdere

La possibilità di poter disporre di tamponi per tutta la popolazione è una opportunità da non perdere per capire cosa fare per mettere in sicurezza la popolazione delle piccole isole. Il professore Andrea Crisanti aveva tracciato tutta la popolazione di Vo Euganeo ottenendo un eccellente risultato in termini di contenimento del focolaio e quindi di mortalità

Veduta aerea del porto e del centro urbano dell'isola pelagica di Lampedusa, in provincia di Agrigento

di Aldo Di Piazza

Le piccole comunità isolate offrono un perfetto scenario per valutazioni epidemiologiche, utili soprattutto – in tempi di pandemie – a confinare i soggetti potenzialmente contagiosi, evitare che le persone fragili vengano coinvolte nella trasmissione del virus, con un evidente beneficio in termini di mortalità come le ben note vicende lombarde, e non solo, hanno insegnato a tutti.

Su questo paradigma il professore Andrea Crisanti ha tracciato a tappeto tutta la popolazione di Vo Euganeo, primo focolaio veneto, nel marzo di quest’anno, in piena pandemia crescente, ottenendo un eccellente risultato in termini di contenimento del focolaio e quindi di mortalità. I dati ed i risultati di questo tracciamento sono stati pubblicati su “Nature”, prestigiosa rivista internazionale, e questo studio è stato portato ad esempio su come intervenendo precocemente si possa isolare un focolaio prima che diventi un incendio incontenibile. Chi non ha provato il Testing & Tracking (testare e tracciare) è stato travolto da un’onda di piena che ha fatto fuori qualsivoglia capacità di contenimento delle strutture sanitarie.

I miei amici lampedusani conoscono il marrobbio (onda di marea anomala che in Aprile può determinarsi con particolari allineamenti di luna e sole e con particolari condizioni climatiche) e sanno che se arriva non c’e salvezza per le barche.  Questa pandemia è come il marrobbio, devi mettere in salvo le barche prima, dopo non hai più tempo. Le persone anziane sono come le barche vecchie, soprattutto quelle ” fragili”, avanti negli anni, con altre malattie croniche. Sono le vittime predestinate di questa pandemia.

Quasi il 90% della mortalità totale è carico delle fasce con età superiore ai 65 anni. Nella Bergamasca fra marzo ed aprile è scomparsa una generazione di nonne, nonni, genitori e quasi ogni famiglia ha avuto un lutto da piangere. Vogliamo che questo succeda anche nelle nostre meravigliose piccole isole? Vogliamo scorgere il sorriso dei nostri nonni, dei nostri genitori solo sulle foto poggiate sulla credenza? Se questo non è ciò che vogliamo, allora cerchiamo di capire bene cosa bisogna fare.

La possibilità di poter disporre di tamponi e/o test rapidi per tutta la popolazione è una opportunità da non perdere per capire cosa  fare per mettere in sicurezza la popolazione delle piccole isole. E per iniziare è anche utile ammettere prima la triste verità: l’estate è stata condotta, da tutti, nessuno escluso, con una beata incoscienza, inconsapevole nei più semplici e, sospetto, ben consapevole da chi semplice non è, in nome e nel nome del Turismo. Mi rendo conto che le ragioni economiche sono rilevanti e bisogna cercare di trovare una difficile linea di equilibrio, ma in pratica dall’oggi al domani, con riferimento all’esempio di Lampedusa, ha avuto inizio un’intensa operatività di voli da Milano, Bergamo, Verona , Torino, Venezia , Bologna , Genova, Roma e via dicendo, con circa 50 – cinquanta! – voli settimanali andata e ritorno che si aggiungevano ai regolari quattro voli giornalieri tra la continuità territoriale con Palermo e quella su Catania.

Il numero complessivo di passeggeri (esclusi i voli regionali per Palermo e Catania) è stato di circa 78.000 persone. Controlli negli aeroporti di partenza: Nessuno.Controlli negli aeroporti di destinazione: Nessuno

Per maggiore precisione: Rilevamento della temperatura corporea e scheda di autocertificazione dove, in pratica, il dichiarante doveva sostenere di non essere positivo al Covid e di non avere alcun sintomo. Cosa pensate possa essere successo immettendo in una popolazione locale di circa 6.000 persone, nell’arco di una stagione circa 80.000 turisti provenienti da zone dove la pandemia Covid-19 da virus Sars-CoV-2 è stata estremamente diffusa, al punto da causare il lockdown nazionale, con un rapporto di 1:13 (Per ogni lampedusano 13 turisti) ? Nuovi amori, forse, liti numerose, può essere, flusso di denaro fresco, sicuramente ed anche consistente. E possibili contagi ?  Adesso dobbiamo rapidamente trovare una risposta al quel punto interrogativo. Credo che non volere rispondere a quel punto di domanda potrebbe costare molte decine di morti.

È necessario che tutti ci si sottoponga al test molecolare rinofaringeo, il cosiddetto tampone. Solo questo ci consentirà di chiudere i cluster e mettere in sicurezza gli altri. Naturalmente i normali comportamenti individuali, distanziamento, mascherina, igienizzazione continua delle mani, devono essere rispettati e, soprattutto, fatti rispettare di chi compiti di controllo.

In quest’ultima settimana, “improvvisamente”, a stagione finita, in prima battuta sono risultati positivi al Covid-19 sei operatori sanitari dell’unico presidio sanitario dell’isola (due medici, due tecnici, due autisti di ambulanza, questi ultimi lampedusani) senza apparentemente alcun positivo fra la popolazione. Sembra un paradosso, ed infatti lo è. Dopo due giorni due maestre della scuola elementare e sei piccoli bambini. Siamo solo all’inizio.

In ultimo. un commento sulle dichiarazioni del signor Christian Del Bono, presidente della Federalberghi Isole Minori della Sicilia. Questi, ovviamente in modo “disinteressato”, si è improvvisato epidemiologo mettendo in guardia dai pericoli nascosti da una campionamento di tamponi su tutta la popolazione con argomentazioni degne di un cabaret, si preoccupa dei falsi postivi, di soggetti positivi ma privi di carica virale significativa e via dicendo. Ma il signor Del Bono pare non essere soltanto epidemiologo, tanto che da clinico sottolinea: “Tant’è vero che attualmente, tra gli abitanti delle isole, nessuno presenta una sintomatologia attribuibile all’infezione da Covid-19“. Un vero scienziato in pectore. Braccia rubate alla medicina.

Dott Aldo Di Piazza

Medico Internista

Informazioni su Aldo Di Piazza 7 Articoli
Nato ad Agrigento il 14/05/1950, ha conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia all'Università di Palermo nel luglio 1975 con 110/110 cum laude . Ha conseguito la specializzazione in Medicina Interna nel 1980 presso la Clinica Medica, diretta dal Prof. Edoardo Storti, dell'Università di Pavia . Ha prestato servizio come studente interno, dal 1971 al 1975, ed a seguire come Medico Interno sino al 1980, presso l'Istituto di Patologia Medica, diretta dal Prof. Giandomenico Bompiani, dell'Università di Palermo. Si è costantemente occupato di Metabolismo ed è stato responsabile del Centro Antidiabetico Mediterraneo, struttura accreditata al Servizio Sanitario Nazionale, sita a Palermo sino al 1990. Da allora sino al pensionamento, nel 2020, è stato responsabile di ambulatori territoriali di Medicina Interna e Diabetologia presso l'ASP 6 di Palermo e presso l'isola di Lampedusa nel poliambulatorio SSN. Grande esperienza nella gestione di patologie croniche e degerative sul territorio e nelle realtà isolane. Socio ordinario della SIMI (Società Italia Medicina Interna) e della SID (Società Italiana Diabetologia) da lunga data. Della SIMDO (Società Italiana Metabolismo Diabete Obesità) più di recente. Componente del Consiglio Direttivo Regionale SID per due quinquenni. Amante della lettura, della musica e della fotografia.

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