Il laboratorio segreto del fascismo

Editoriale di Mauro Seminara

di Mauro Seminara

Esiste un laboratorio segreto in cui si sta riproducendo il fascismo, clonando cellule di quello fervido degli anni ’30, per distribuirlo anche dove nessuno ne fa richiesta. Il laboratorio clandestino non si trova in Europa ma è la stessa Unione europea. Il metodo di duplicazione infinito è inoltre un brevetto di quei sedicenti movimenti politici antifascisti che, in gran segreto ma al contempo alla luce del sole, operano perché il fascismo rinasca con rapido proselitismo. Come tutto ciò possa accadere è molto più semplice di quanto si pensi. Basta lasciare impuniti i fascisti, già noti e schedati pressoché in ogni Paese, e scontentare chi fascista non è ma subisce quotidianamente la sensazione di abbandono da parte delle istituzioni e la propaganda continua dei movimenti neofascisti che spacciano false ricette per la sicurezza ed il benessere. L’efficacia di tale metodo riproduttivo è inconfutabile. I risultati sono evidenti.

A Lesbo c’è uno dei più grandi campi profughi al mondo. Una tendopoli enorme che non ha nulla di civile in rapporto al secolo in cui viviamo. L’isola greca è stata noleggiata, a bassissimo costo, dall’Unione europea che ha così confinato i profughi altrimenti diretti in altri Stati membri. Su una popolazione di 500 milioni di persone, diecimila sfollati sono invisibili se distribuiti. Ma ammassati senza dignità sull’isola dell’Egeo figurano quale emblema di disumanità sociale. Un’isola discarica umana. E gli effetti di tale impiego hanno generato facile consenso del pensiero nazionalista locale. L’Unione è inoltre talmente spaventata dai movimenti migratori da pagare sei miliardi di euro ad un altro noto cultore dei diritti umani e della libertà di espressione perché non lasciasse transitare i profughi siriani verso i propri confini. Metodi affatto diversi da quelli in uso in Libia, dove, se pur l’Italia ci mette la faccia, l’intera Unione partecipa all’individuazione di barche cariche di migranti affinché i fanatici del rispetto dei diritti umani li catturino e li riconducano la dove possono felicemente subire nuove torture o nuovi stupri.

Mentre la “civiltà europea”, costituita su degni trattati e lodevoli Costituzioni nazionali, quindi su buone ma teoriche intenzioni, avalla la paura dell’estraneo e della libera circolazione, la “inciviltà europea” arruola fanatici di meschina natura che con sempre maggiore frequenza decidono di immolarsi in una sparatoria stragista la dove qualche “extracomunitario” tende a radunarsi. Stupore per l’accaduto, per almeno qualche minuto. Vicinanza ai familiari delle vittime espressa con glaciale coinvolgimento, tanto non erano terroristi musulmani che uccidevano bravissimi cittadini europei. Poi il vuoto pneumatico ed il ritorno alla criminalizzazione delle ONG che salvano vite in mare ed agli accordi miliardari per il trattenimento ad opera di aguzzini di quelle persone che avrebbero invece bisogno di aiuto ma che avrebbero anche molto da dare alla comunità cui vorrebbero accedere. Nessuno si indignò, tra i rappresentanti delle istituzioni, quando un manipolo di fanatici sovvenzionati da strani canali mise in mare una nave per andare ad ostacolare le attività umanitarie delle Organizzazioni non governative. E neanche dopo, quando si scopri che i nazionalisti “identitari” avevano assoldato poveri disgraziati asiatici per risparmiare sulle spese di equipaggio e poi li abbandonarono con tutta la nave. C’era quindi tolleranza per quella nave pirata che intendeva compiere raid di ostruzionismo al soccorso marittimo – obbligatorio – e non c’era la minima tolleranza verso chi le navi le usava per salvare vite umane.

Adesso assistiamo alla libera circolazione di motoscafi con pirati mascherati di passamontagna che tentano di affondare i gommoni con i migranti a poche centinaia di metri dalla costa della Grecia, sotto gli occhi dei guardacoste che dal canto loro sparano verso le vittime invece che verso gli aggressori. Assistiamo ai raid punitivi di fascisti che fanno le ronde, in auto ed in moto, a Lesbo, a Mitilini, in generale dove si trovano rifugiati in massa ed Ong ad assisterli come sempre sopperendo all’indifferenza governativa, e che aggrediscono con estrema violenza senza temere l’intervento delle forze dell’ordine che tutto sommato sembrano approvare questi “metodi deterrenti”. In sostanza, i governi dicono con le loro azioni politiche che è giusto temere migranti e profughi e le autorità locali avallano azioni di natura fascista senza prendere i dovuti provvedimenti. Nel frattempo la propaganda di tale immonda natura dilaga in Italia, in Grecia, in Germania e via contagiando si espande in tutta Europa. Paradossalmente, tutto questo all’Unione europea sta bene come l’investire miliardi di euro per evitare l’arrivo di persone che, qualora entrassero a far parte della nostra società, magari prima di aver subito i peggiori traumi psicologici, ci costerebbero al massimo qualche decina di milioni di quegli stessi euro che comunque versano i cittadini europei nelle casse dei rispettivi Stati. Ma noi ci preoccupiamo soltanto di un nuovo coronavirus per il quale comunque, e forse non a caso, si stanno prima di tutto chiudendo le frontiere. Potrebbe causare una grave polmonite, mica la morte cerebrale!

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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