Dalle NU l’idea per i migranti in Israele: trasferiamoli in UE

Pressioni molto delicate dalla Nazioni Unite verso lo Stato di Israele che intende mettere alla porta i richiedenti asilo presenti sul suo territorio. I piani di rimpatrio forzato prevedono l’arresto per i resistenti

Mercoledì scorso lo Stato di Israele ha dichiarato che avrebbe pagato migliaia di migranti africani presenti nel Paese per andarsene, accompagnando la proposta con la minaccia di carcere nel caso in cui venissero catturati dopo la fine di marzo. Migranti che provengono in massima parte dall’Eritrea e dal Sudan e la maggioranza di essi ambisce allo status di protezione internazionale. Per Israele invece sono da considerare semplici migranti economici. “Israele dovrebbe interrompere i piani di rimpatrio forzato di decine di migliaia di migranti in Africa”, ha detto oggi l’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, proponendo per una parte di essi un reinsediamento in Europa o in altri Paesi.
Il piano del Governo israeliano prevede 3.500 dollari e un biglietto aereo gratuito per tornare a casa o andare in “Paesi terzi” come Ruanda e Uganda. “Ancora una volta chiediamo a Israele di fermare la sua politica di ricollocare gli eritrei e i sudanesi nell’Africa sub-sahariana”, ha detto William Spindler dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati durante un incontro pubblico a Ginevra. “Circa 27.000 eritrei e 7.700 sudanesi vivono in Israele, ma le autorità hanno concesso lo status di rifugiati soltanto a 11 dal 2009 ad oggi”, ha detto Spindler. In Europa gli Eritrei hanno un alto tasso di riconoscimento del diritto alla protezione internazionale come rifugiati in fuga da guerre o persecuzioni, e l’idea delle Nazioni Unite sarebbe quindi di risolvere l’insofferenza israeliana accollando all’Unione europea i profughi presenti nella Stato ebraico.

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