Johnny è giunto al suo ultimo saluto

Rubrica culturale di Roberto Greco

Il primo album di Johnny Hallyday
Stanotte, all’età di 74 anni, dopo una lunga e dolorosa malattia, è arrivato l’annuncio di Laeticia, la moglie. Dopo oltre un anno da quando alla rockstar francese era stato diagnosticato un cancro ai polmoni si è spento Johnny Halliday. Artista conosciuto al di là dei confini francesi, per il pubblico italiano rimane l’interprete di quel ritornello tormentone che nel 1970 monopolizzò radio e juke-box, “Quanto t’amo”. Scritto da Jean Gaston Renard e Thibauld, la versione italiana del testo fu realizzata da Bruno Lauzi. L’immagine di Johnny evocava il mito americano: alto, slanciato, occhi azzurri, con i capelli biondi al vento e di fianco a lui una potente motocicletta, simbolo di libertà. Esponente del rock francese, negli anni ha collaborato tra gli altri con i Rolling Stones, Zucchero, Lara Fabian, Maurene, Céline Dion e Laura Pausini.
Johnny Hallyday – Jamais Seul – official clip

Johnny Hallyday e Sylvie Vartan – Ph: Giancarlo Botti, 1970
In attività dal 1960 ha prodotto musica fino al 2011, quando presentò “Jamais Seul”, album prodotto da Mathieu Chedid, Yodelice e Olivier Lude, registrato all’Ocean Burbanck di Los Angeles. Si tratta di un lavoro molto intimo, in cui la sua voce roca, a tratti graffiata dalla vita che l’artista ha vissuto, si mescola con il tessuto sonoro e restituisce una nuova immagine dell’artista, segno di una maturità raggiunta e governata con sapienza.
Le riviste di gossip ci hanno spesso parlato del suo primo matrimonio, quello con la cantante Sylvie Vartan. Soprattutto puntando sull’immagine di trasgressione che il loro abbigliamento e, spesso, i loro atteggiamenti suggerivano. Di fatto, con più di cinquant’anni di attivissima e instancabile carriera, Hallyday è un’icona del rock mondiale.
Il repertorio che l’artista ha affrontato ha spaziato dal rock al blues, molti dei suoi concerti possono essere definiti memorabili, come quello tenuto il 10 giugno del 2000 ai Champ de Mars, ai piedi della Tour Eiffel, oppure il concerto con i Rolling Stones. Il tuo viaggio non è stato lieve, Jean-Philippe, hai affrontato un forte dolore. Ora ti troverai, nostro malgrado, in compagnia di tanti tuoi grandi colleghi. E che sia, ancora una volta, buona musica. Per tutti.

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