“Io sto con Riace” va bene per le petizioni, per le campagne a sostegno di modelli di accoglienza integrata, ma non per la legge. I commissari che mesi addietro diedero il via alla stagione inquisitoria del “Comune dell’accoglienza” vedono adesso il sostegno della Procura di Locri che pare abbia riscontrato effettive violazioni normative. Ieri mattina la Guardia di Finanza ha bussato alla porta di casa di Mimmo Lucano per notificargli un avviso di garanzia e procedere con autorizzata perquisizione. Il sindaco che inventò il “modello Riace” e ha fatto rinascere il piccolo paese dei Bronzi adesso è indagato per abuso d’ufficio, concussione e truffa aggravata finalizzata all’indebito conseguimento di erogazioni pubbliche. Tradotto in termini significa che i bonus, la moneta di scambio riacese con cui venivano retribuiti i profughi che a Riace vivono e lavorano non ha alcun valore, che le associazioni che operano sul territorio sono sotto i riflettori per le inevitabili parentele di un piccolo paese e preferite alle “business machine” dell’accoglienza estranee al territorio e che nella gestione del sistema di accoglienza ci sono forzature che poco e male si sposano con la burocrazia. Il sindaco dal canto suo la prende a provocatoria risata asserendo che sul suo conto corrente ci sono solo poche centinaia di euro e che sostanzialmente la Guardia di Finanza può rovistare tra i suoi beni quanto più gli aggrada. Ma a correre rischi non è tanto Mimmo Lucano, che potrebbe comunque vedere un rinvio a giudizio, quanto il suddetto modello Riace. Modello che, a questo punto, si erge sulle forzature già contestate a suo tempo dai commissari che avviarono il processo di chiusura del Comune dell’accoglienza.
Articoli correlati
Bare al cimitero di Lampedusa e barche scomparse in mare, la nuova politica italiana
di Mauro Seminara Dopo il ritrovamento dei primi cinque corpi, tutti di donne, sulla costa di Lampedusa all’indomani del naufragio e di un successivo ritrovamento ad esito di ricerca dalla costa, le condizioni meteo nel [Leggi tutto l'articolo]
Sanità Pubblica in mano alla ‘ndrangheta, ambulanze senza freni e ossigeno scaduto
Con buona probabilità, il peggior nemico della ‘ndrangheta, la più potente mafia del territorio nazionale, è il procuratore capo della Procura della Repubblica di Catanzaro. Si chiama Nicola Gratteri, è calabrese, e dopo Reggio Calabria [Leggi tutto l'articolo]
Maxi sequestro patrimoniale nel nisseno per 10 milioni di euro
Il profilo criminale di Cannata era emerso già nell’ambito dell’operazione “Triskelion” della Guardia di Finanza di Caltanissetta, nell’ambito della quale è stato condannato per il delitto di associazione per delinquere di tipo mafioso aggravata, ex [Leggi tutto l'articolo]
Commenta per primo