Burocrazia in alto mare, Open Arms di nuovo in difficoltà

La Astral attende da ieri disposizioni sul porto di sbarco dei migranti e da questa notte l’autorizzazione scritta per il trasbordo dei migranti su nave Aquarius già verbalmente autorizzato questa notte. A bordo della Astral un parlamentare italiano che testimonia salvataggi e stalli burocratici internazionali. A dieci miglia dalla Astral una nuova imbarcazione in difficoltà gremita di migranti. Sbarchi anche a Lampedusa e in Spagna, dove sembra riaprirsi una rotta alternativa a quella libica

In copertina: La Astral fotografata dalla Aquarius in attesa dell'autorizzazione per il trasbordo

di Redazione Mediterraneo Cronaca

La Astral, della Ong catalana Proactiva Open Arms, e la Aquarius, della Ong internazionale SOS Mediterranee, sono li ferme a guardarsi. Attendono una autorizzazione formale, scritta, forse con tanto di timbro e marca da bollo, per trasbordare i migranti soccorsi da Open Arms su nave Aquarius di SOS Mediterranee. Migranti che la Aquarius dovrebbe poi condurre in porto. In Italia. L’autorizzazione, verbale, era giunta questa notte. Lo hanno comunicato gli stessi soccorritori della Astral, asserendo che le autorità marittime inglesi – di cui la Astral batte bandiera – in accordo con quelle italiane avevano concertato il trasbordo dei 105 migranti soccorsi ieri dalla Ong catalana nel Mediterraneo centrale a bordo della più grande ed attrezzata Aquarius. Sulla nave di SOS Mediterranee, 77 metri di nave da soccorso e cure, operano inoltre in una vera e propria infermeria i partner di progetto: Medici Senza Frontiere. La nave dispone inoltre di maggiori scorte per nutrire e curare grandi numeri di ospiti. Dalle quattro di questa notte non è trascorso molto tempo prima che le due imbarcazioni da soccorso si incontrassero nel punto prestabilito, ma l’autorizzazione, dieci ore dopo, non è ancora pervenuta e le due navi sono rimaste bloccate con i migranti a bordo.

L’autorità marittima inglese, alle richieste dell’equipaggio, risponde con un laconico “ci stiamo lavorando”. Ma il lavoro sembra fermarsi davanti a presunte lentezze burocratiche inedite in casi come i soccorsi in mare e per le comunicazioni sempre registrate tra autorità marittime internazionali. La Astral è un piccolo vascello a vela, che non dispone di ampi spazi sottocoperta e scorte per numerosi ospiti. In questo caso, ospiti da circa 24 ore sul ponte del vascello. A bordo della Astral c’è anche un deputato del Parlamento italiano: l’onorevole Riccardo Magi, di Più Europa. Il deputato era a bordo del veliero al momento del soccorso e lo è tutt’ora, mentre l’equipaggio attende disposizioni o autorizzazioni formali richieste già ieri dopo il soccorso dei 105 migranti. Dal centro del Mediterraneo intanto l’onorevole Magi continua a twittare foto, informazioni e video informando sullo stato dell’arte. L’ultimo tweet del parlamentare italiano, con annesso videocronaca della situazione, è stato pubblicato a mezzogiorno. Nel “lancio” dell’inviato politico a bordo della Astral viene data anche notizia di una nuova imbarcazione carica di migranti ed in difficoltà. Il natante si troverebbe ad appena una decina di miglia dalla Astral, ma il veliero della Ong è bloccato da ieri in uno stallo burocratico per il trasbordo dei migranti soccorsi. Anche la Aquarius, tecnicamente, viene così immobilizzata in attesa di disposizioni nelle vicinanze dell’Astral per il trasbordo dei 105 migranti tra cui donne e bambini.

Ieri Aquarius ha assistito all’intercettazione, ad opera di un pattugliatore libico, di un gommone carico di migranti al largo delle coste della Libia. All’arrivo dei libici molti migranti si sono trovati, o tuffati – come in altre già viste circostanze – in acqua e la Aquarius, che si trovava nelle immediate vicinanze, aveva offerto assistenza ma i libici hanno intimato ai soccorritori civili di non intervenire. Questa mattina la nave Sea Watch 3, della omonima Ong tedesca Sea Watch, ha raggiunto il porto di Pozzallo, in Sicilia, dove è stato autorizzato lo sbarco dei migranti che aveva soccorso sabato.

Intanto, mentre ricomincia la crisi politica nel Mediterraneo centrale, ad ovest, verso lo Stretto di Gibilterra, sembra riaprirsi un canale migratorio conseguente alla parziale chiusura di quello libico. In appena 48 ore le autorità marittime spagnole hanno fermato e soccorso 15 natanti con un totale di 480 migranti partiti dalla costa nordest africana per tentare di raggiungere l’Europa dalla Spagna. Una flottiglia inattesa per le autorità spagnole che avevano sempre fronteggiato, opponendo resistenza, al flusso migratorio in quel tratto di mare in cui l’enclave inglese di Gibilterra non si è mai posta grandi scrupoli nei metodi deterrenti.

Altra rotta che si rinvigorisce con la schiarita meteo marina è quella tunisina. A Lampedusa, sabato, sono sbarcati 36 migranti nordafricani. Tra essi anche un nucleo famigliare con una donna ed un bambino. Tutti di nazionalità tunisina, a bordo di un piccolo peschereccio di una dozzina di metri, i migranti hanno raggiunto il porto dell’isola toccando il primo punto di ormeggio utile. Nessun preventivo avvistamento dell’imbarcazione che ha quindi violato, indisturbata, le acque territoriali probabilmente confondendosi facilmente tra la flotta di barche e barconi da pesca che navigano fitto il tratto di mare circostante. Poche decine di ore prima, un’altra barca tunisina, questa volta con soli sette migranti a bordo, aveva raggiunto una spiaggia della stessa Lampedusa. Gli harragas, anche in questo caso tunisini, sono stati fermati anch’essi a terra dalle autorità e condotti all’Hotspot dell’isola. Nel Centro di Contrada Imbriacola, la cui capienza nominale è stata ridotta a 50 posti letto per permettere alle imprese appaltanti di procedere con i lavori di ristrutturazione, fino a questa mattina erano circa 80 gli ospiti. Di questi, circa una ventina sono stati trasferiti questa mattina via da Lampedusa.

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