UE, l’Italia verso la procedura di infrazione per le concessioni balneari

La procedura di infrazione da parte della Commissione europea per la gestione delle concessioni balneari è sempre più vicina: dopo l'arrivo del parere motivato, il governo promette "risposte immediate"

di Agenzia Dire

C’è una nuova puntata nel ‘pasticcio’ della gestione delle spiagge e delle concessioni balneari in Italia. La Commissione europea ha infatti inviato una nuova lettera ‘contro’ le scelte del governo italiano, che, in un braccio di ferro ormai annoso, continua a posticipare l’applicazione in Italia della legge Bolkenstein sulle liberalizzazioni portando avanti un piano diverso, che faccia rimanere le concessioni nelle mani dei gestori degli stabilimenti.

L’ultima trovata del governo è quella di mettere a bando solo le spiagge libere. Per la Commissione Ue non c’è niente da fare: di fatto l’Italia sta violando la direttiva europea sulle concessioni e nella lettera inviata viene espresso un parere motivato sul dossier concessioni. Si tratta di un gradino ulteriore nella procedura di infrazione, che sembra ormai sempre più vicina.

Ora, dopo questo invio, ci sono due mesi di tempo, per il governo, per fornire risposte. La portavoce della Commissione europea ha spiegato che il parere negativo non pregiudica il proseguire della trattativa e la ricerca di un accordo, aggiungendo che la Commissione preferisce in ogni caso arrivare ad un accordo che andare in giudizio.

Salvini: “Pronti a dare risposte immediate alla Commissione Ue”

“Siamo pronti a dare risposte immediate alla Commissione europea sul tema balneari. Stiamo già lavorando da mesi nella direzione auspicata dalla Commissione, per dare un quadro certo alle amministrazioni territoriali e agli operatori economici. Il tavolo consultivo istituito presso la Presidenza del Consiglio ha attestato sulla base dei dati disponibili – dopo gli approfondimenti del Mit – che solo il 33% della risorsa è occupata, per cui non possiamo parlare di una risorsa scarsa”. Così il vicepremier e ministro Matteo Salvini.

M5S: “Governo ottuso mette a rischio intera riviera romagnola”

L’”ottusità” del governo in materia di concessioni demaniali fa “dell’Italia uno zimbello su scala europea”. Il parlamentare riminese del Movimento 5 Stelle, Marco Croatti, attacca la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che “se ne lava beatamente le mani” della questione balneari, mentre “la lettera dell’Ue con la procedura d’infrazione è pronta e forse già domani ne conosceremo i contenuti”. Così la Riviera romagnola, prosegue il pentastellato, “trema perché l’immobilismo e il rischio di ricorsi e contenziosi rischiano di avere conseguenze davvero gravissime e ripercuotersi sull’offerta turistica balneare“. Il tutto, argomenta, “per mantenere uno status quo di concessioni praticamente a vita. Un sistema ormai fallace, con investimenti fermi grazie ai patrioti che da un anno e mezzo lasciano il comparto nella più totale incertezza”. La procedura d’infrazione secondo Croatti porterà in dote “un incredibile salasso alle tasche di tutti i cittadini italiani che già devono affrontare la serie di rincari dovuti all’inflazione”.

La sentenza della Corte di giustizia europea dello scorso aprile, ricorda, aveva stabilito che le concessioni balneari in Italia “non sono conformi alla normativa europea, in quanto non sono assegnate tramite procedure di gara pubbliche e non sono stabilite regole chiare e trasparenti per la loro durata”. Al momento il governo italiano “non ha ancora presentato un disegno di legge in Parlamento e degli sbandierati confronti con l’Europa ancora non si sa nulla”. Ma per Roma sta per partire la lettera per contestare la violazione. “Una situazione grave in cui la difesa dei privilegi di pochi rischia di pesare inaccettabilmente su tutta la comunità“, conclude Croatti.

Sindacato balneari: “Parere Commissione Ue non pregiudica giusta soluzione”

“La Commissione europea, nella procedura di infrazione avviata il 3 dicembre 2020, ha emesso oggi il ‘Parere motivato’ sulla questione balneare. È opportuno ricordare che la procedura non riguarda solo gli stabilimenti balneari, ma tutti coloro che operano su suolo demaniale e pubblico in genere: dai ristoranti ai campeggi; dai chioschi bar agli alberghi. In pratica il segmento più importante del turismo italiano. Il termine dei 60 giorni per l’eventuale recepimento delle indicazioni della Commissione europea non è tassativo, così come non è scontato il suo ricorso alla Corte di Giustizia”. Lo dice Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio.

“Al momento a carico del nostro Paese sono pendenti 77 procedure di infrazioni con 18 Pareri motivati: il più vecchio risale al 2013 (per l’Ilva di Taranto), e a questi 18, oggi, si aggiunge quello sulle concessioni demaniali marittime – prosegue Capacchione -. In attesa di leggere il ‘parere’ è opportuno riportare quanto dichiarato dalla Portavoce della Commissione europea Johanna Bernsel, e cioè che ‘il parere motivato non pregiudica il proseguimento del confronto che avremo con le Autorità italiane’”.

E conclude: “Siamo fiduciosi che il Governo, nella sua interlocuzione con la Commissione europea, nelle prossime settimane valorizzi adeguatamente il risultato registrato dal Tavolo tecnico consultivo sulla non sussistenza della scarsità della risorsa. Presupposto per la corretta applicazione della direttiva Bolkestein, così come ribadito dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea lo scorso 20 aprile. È possibile e doveroso conciliare una maggiore concorrenza con la tutela dei diritti dei concessionari attualmente operanti, così come prescritto proprio dal diritto europeo: dal legittimo affidamento di coloro che hanno confidato nelle leggi dello Stato alla proprietà aziendale Siamo impegnati a impedire che una applicazione non corretta della Bolkestein danneggi decine di migliaia di famiglie che hanno avuto l’unico torto di aver creduto nelle leggi dello Stato e con esse il nostro Paese. Confidiamo in una soluzione strutturale ed equilibrata socialmente ed economicamente sostenibile dal Paese”.

Dubbi in Emilia-Romagna, Domenichini: “A bando solo quelle libere? L’Ue non vorrà”

Mettere a bando solo le spiagge libere “risolverebbe il problema” legato alla direttiva Bolkestein. “Ma temo che l’Europa non sia così favorevole”. A frenare gli entusiasmi sull’idea del Governo per sbrogliare il nodo delle concessioni balneari è Dario Domenichini, presidente di Confesercenti Emilia-Romagna, questa mattina a Bologna a poche ore dall’assemblea annuale dell’associazione regionale in programma nel pomeriggio. “C’è grande incertezza sugli stabilimenti balneari – rileva Domenichini – e questo blocca gli investimenti. Da 10 anni si cerca una soluzione per l’uscita dalla Bolkestein, speriamo si trovi presto il modo di rinnovare le concessioni”.

Dopo la mappatura delle spiagge a livello nazionale, il Governo sarebbe intenzionato a mettere a bando solo quelle ancora libere, appoggiandosi sull’idea che, in Italia, il litorale non è da considerarsi una risorsa scarsa in termini di quantità e possibilità. “L’ipotesi del Governo risolverebbe il problema, certo – ragiona Domenichini – per noi sarebbe una bella soluzione, anche se così facendo, se qualcuno vuole aprire uno stabilimento a Milano Marittima non avrebbe molto spazio … Temo però che l’Europa non sia così favorevole, come è successo per il commercio su aree pubbliche”, ricorda il presidente di Confesercenti Emilia-Romagna.

PD Marche: “Se parte procedura di infrazione Ue son dolori“

“L’apertura di una procedura di infrazione sulle concessioni balneari nei confronti dell’Italia da parte della Commissione europea potrebbe costare caro al nostro Paese e, soprattutto, ai cittadini e alle imprese già alle prese con un’inflazione reale fuori controllo”. È il ragionamento del capogruppo regionale del Partito democratico marchigiano, Maurizio Mangialardi, prima che fosse ufficiale l’arrivo della lettera della Commissione europea con il parere motivato sul dossier Balneari. “Il governo Meloni, convinto di poter impunemente continuare a ricorrere alla strategia delle proroghe, rischia letteralmente di far saltare migliaia di imprese e di cancellare centinaia di migliaia di posti di lavoro” nonostante la sentenza del Consiglio di Stato imponesse dal primo gennaio 2024 la messa a gara delle concessioni demaniali”. Secondo Mangialardi, “l’idea della mappatura delle spiagge libere realizzata dal governo si sta rivelando un autentico boomerang che rischia di produrre conseguenze devastanti per il settore”.

Agenzia DIRE

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