Migranti, Piantedosi alla Camera tra “Ong catalizzatori” e “ridotte partenze dalla Libia” ma con + 376 % dalla Tunisia

Informativa alla Camera dei deputati del ministro dell'interno Matteo Piantedosi il 17 ottobre 2023: "A livello nazionale segnalo che le forze di Polizia dal 1° gennaio al 4 ottobre scorso hanno tratto in arresto, complessivamente, 183 scafisti"

Il ministro Matteo Piantedosi alla Camera dei deputati il 17 ottobre 2023

Superata quota 140mila sul fronte degli sbarchi, il ministro Piantedosi ha relazionato ieri alla Camera dei deputati con una informativa lunga ed articolata sullo stato dei fatti. L’intervento in aula del titolare del Viminale però sembra non aver reso molto più di quanto già di pubblico dominio e poco soddisfatte si sono manifestate le opposizioni. Anche dai banchi della maggioranza in verità sono stati appena un paio e decisamente timidi gli applausi. L’informativa resa ha in compenso fornito un quadro complessivo più chiaro e dettagliato con dati meno accessibili come le presenze in Italia nelle varie specifiche strutture.

Superata quota 140mila in meno di dieci mesi

A fronte dei 140.586 migranti registrati al 17 ottobre, data dell’informativa resa dal ministro, ci sono stati soltanto 3.471 migranti irregolari rimpatriati nello stesso periodo dell’anno in corso. Del totale delle persone sbarcate, ben 91.000 sono arrivate salpando dalla Tunisia. Un incremento, stando alla elaborazione del Viminale resa dal ministro, del 376 per cento. Un aumento esponenziale se si considera che tutta l’attività del governo italiano, tra accordi bilaterali, finanziamenti, motovedette cedute e assistenza al coordinamento di una inadeguata organizzazione SAR, la riduzione degli arrivi dalla Libia conta solo un modesto meno 4 per cento. Il dato, letto alla luce delle percentuali di migranti approdati e divisi per nazionalità, rivela un fallimento delle politiche adottate in Libia ancora meno efficaci dei timidi quattro punti percentili. Nel corso del periodo in oggetto, dal primo gennaio al 17 ottobre, il numero dei migranti di nazionalità tunisina è di soli 14.969: l’undici per cento del totale. Segno che il flusso migratorio è aumentato e la repressione delle partenze libiche ha solo spostato il porto di partenza.

Le ONG un “catalizzatore” (già “pull factor”)

“Impedire le partenze” è un’espressione usata più volte ed in modo incisivo da Matteo Piantedosi in riferimento agli obiettivi perseguiti dal suo dicastero e dal governo. Ostacoli alla traversata, rappresentati non soltanto dalla partnership con quella che viene definita “guardia costiera libica”, pur essendo un gruppo di piccoli reparti senzienti dislocati nella sola Tripolitania invece che coordinati e sull’intera costa libica, ma anche grazie all’intervento del governo che ne ha disciplinato l’attività. “La presenza delle ONG – ha infatti affermato in aula il ministro – continua a costituire un catalizzatore dei flussi attraverso il canale di Sicilia, sebbene gli interventi normativi in materia di gestione dei flussi migratori introdotti dal Governo con il decreto-legge n. 1 del 2023 abbiano sensibilmente contribuito a disciplinarne l’attività, assoggettandole alle direttive emanate dalle autorità competenti per il e da quelle di pubblica sicurezza”. Il catalizzatore in oggetto, nel corso di quest’anno, anche se questo dato non è stato fornito ai parlamentari in aula, si è attestato intorno al 10 per cento.

Le lunghe passeggiate delle navi ONG

Buona parte del tempo di missione SAR le navi delle organizzazioni non governative lo ha trascorso andando su e giù con percorsi quali l’ultimo di Open Arms, cui è stato assegnato, dalla zona SAR del Mediterraneo centrale, il porto di Genova – poi riassegnato a Carrara – per lo sbarco di 109 persone, 94 delle quali erano minori non accompagnati secondo l’Ong. Open Arms che si trova sul versante opposto della stessa aula di tribunale in cui imputato è l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. All’epoca dell’ipotizzato sequestro di persona, costato il rinvio a giudizio all’allora titolare del Viminale e vicepremier, l’attuale ministro dell’interno era capo di gabinetto di Matteo Salvini e continuerà a ricoprire questo incarico anche nel corso del successivo governo con Luciana Lamorgese ministra. I risultati della campagna anti Ong non sono stati soddisfacenti, ed ancora meno il numero delle vittime della rotta Mediterraneo centrale. Secondo l’IOM, International Organization for Migration, nel 2023 sono 2.443 le persone annegate (dispersi inclusi) sulla sola rotta in oggetto.

Caccia agli scafisti sull’orbe terracqueo: 183 arrestati nel 2023

Sulle attività in corso sul fronte della lotta al traffico di migranti, quella che rievoca l’ormai nota caccia “su tutto l’orbe terracqueo” della premier a Cutro dopo la strage a pochi metri dalla riva, il ministro Piantedosi ha annunciato quanto segue: “Una seconda linea di azione richiede un intervento più incisivo da parte di Europol nella lotta contro le reti dei trafficanti. Intendiamo dare impulso, nell’ambito proprio di Europol, a due operative a guida italiana rispettivamente per il Mediterraneo centrale ed il Mediterraneo orientale, con l’obiettivo di sviluppare una condivisione info-investigativa ed un coordinamento tra le forze di Polizia europee e quelle di Tunisia, Libia, Egitto e Turchia. A livello nazionale segnalo che le forze di Polizia dal 1° gennaio al 4 ottobre scorso hanno tratto in arresto, complessivamente, 183 scafisti. La terza linea di azione è l’aumento dei rimpatri. Stiamo lavorando per intensificare la collaborazione tra l’Italia, la Commissione e le Agenzie europee competenti per snellire le procedure di rimpatrio, compreso quello volontario abbinato a misure di reintegrazione.”

Canali umanitari: mille accolti in più rispetto al 2022

Tra le cause dell’incrementato flusso migratorio glissato con un velato accenno a guerre ed armi che spingono a migrare e un superamento del Regolamento di fatto mediante accordi con altri stati membri dell’Unione europea, il ministro ha reso anche nota sul “nuovo impulso” ai canali umanitari con 1.000 profughi  in più cui è stata data accoglienza rispetto allo scorso anno e l’ampliamento delle quote d’ingresso (legge Bossi-Fini) che porta il totale presunto a 126.000 persone nel corso del 2023 e “una programmazione triennale delle quote, per meglio corrispondere alle esigenze del mercato del lavoro e favorire iniziative di collaborazione più a lungo termine con i Paesi d’origine dei flussi, arrivando a un totale di 452.000 unità”. Sulla logistica invece il piano finanziato dalla Commissione europea ed annunciato da Piantedosi per “un progetto che, con il supporto operativo dell’OIM, prevede l’effettuazione di quattro voli settimanali da Lampedusa, per un totale di 720 migranti a settimana, dal 1° luglio al 31 dicembre del 2023; a ciò si aggiungono i voli militari resi possibili dagli assetti aerei forniti dalle Forze armate nei periodi di maggiore concentrazione di migranti, quindi nei periodi di maggiore crisi”.

Lampedusa ritorna porto di primo approdo con la rotta tunisina

Lampedusa era oggetto integrante della richiesta parlamentare di informativa del ministro. Sul focus, Piantedosi ha sommariamente esposto lo stato dei fatti alla data di intervento in aula: “Quello operativo a Lampedusa è un dispositivo logistico integrato, civile e militare che ha pochi precedenti e che è stato allestito dal Governo in poche settimane per far fronte agli sbarchi di migranti in numero sicuramente eccezionale. E, infatti, da un’isola di circa 6.000 abitanti, posta al centro del Mediterraneo, abbiamo trasferito 64.051 persone nel solo periodo 1° giugno – 30 settembre (i quattro mesi estivi). Nello stesso periodo, è stata registrata una media di 1.214 presenze giornaliere, con un picco di 6.344 presenze il 13 settembre. E, tuttavia, l’impatto delle iniziative adottate per il potenziamento del dispositivo di trasferimento ha consentito, già il 16 settembre, di ridurre le presenze a 1.796 ospiti, ossia ridurle di 4.548 unità in sole 72 ore. Abbiamo movimentato circa 5.000 persone in sole 72 ore”.

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