Migrazioni, altri 285 a Lampedusa ma da Zuwara – FOTO

Tre bagnarole di legno partite dalla costa libica di Zuwara sono state fermate e trasbordate dalle motovedette italiane per il successivo sbarco a Lampedusa di 285 migranti di ogni nazionalità. Visita ministeriale a Lampedusa mentre una flotta di motovedette e due navi quarantena operano in questa nuova ondata migratoria. Oggi il ministro degli Interni incontra le ONG per “proseguire la collaborazione” ma le organizzazioni non spiegano quale sarebbe stata la pregressa collaborazione tra le parti

La motovedetta della Guardia Costiera al suo ingresso in porto a Lampedusa la mattina del 28 maggio 2021 con circa duecento persone migranti a bordo

di Mauro Seminara

Dopo la raffica breve di sei barche tunisine arrivate ieri in autonomia fino quasi a Lampedusa, con complessivi 162 migranti a bordo, è poi arrivato il momento delle più consistenti barche di matrice libica. Lampedusa è intanto un porto-avamposto di frontiera in cui opera una flottiglia di motovedette, navi ed aerei a supporto perché nulla sfugga al controllo delle acque territoriali, soprattutto nel giorno in cui un P-180 della Polizia partito da Roma Ciampino, con breve scalo a Palermo, è arrivato sull’isola per fare un ennesimo punto sulla situazione insieme alle autorità locali. La flottiglia quindi è operosa ed in mare, senza mai allontanarsi più di tanto per un vero e proprio soccorso in acque internazionali, ci sono motovedette della Guardia Costiera – con una classe “200” a supporto delle varie classe “300” di stanza sull’isola – e della Guardia di Finanza che schiera dalle piccole e velocissime fino ai più grandi pattugliatori d’altura classe “Bigliani”, due navi quarantena della stessa compagnia Grandi Navi Veloci, infine l’assetto aereo di Frontex – ma non solo – a supporto delle motovedette. Tutto viene rilevato, fotografato, monitorato fino all’arrivo in acque territoriali. Nessun evento SAR viene però dichiarato quando le barche, pur stracariche e precarie, si trovano a 30 o 40 miglia da Lampedusa.

Alle otto del mattino il porto di Lampedusa ha visto entrare una motovedetta SAR d’altura della Guardia Costiera gremita come un formicaio. Si tratta della “CP-319”, una delle cosiddette inaffondabili che malgrado questi suoi requisiti di estrema sicurezza naviga certo non al pieno del suo potenziale (vedi foto sotto). Fatta eccezione per qualche persona presa a bordo dalla piccola motovedetta della flottiglia Fiamme Gialle, la “CP-319” pare avere a bordo circa 200 persone. Sono i migranti che al largo di Lampedusa sono stati fermati e trasbordati da due barche in legno – le solite vasche da bagno costruite ad hoc per il traffico di esseri umani di Zuwara – che portavano a bordo 102 e 103 persone. Bagnarole galleggianti di fronte le quali la Guardia Costiera ha ritenuto doveroso prendere a bordo gli occupanti in modo da garantire loro la sicurezza, almeno da quando è alla Guardia Costiera affidata l’assunzione di responsabilità. Dovrebbe quindi configurarsi l’intervento SAR, ma contrariamente a quanto previsto dal “Piano SAR” la Guardia Costiera non ottempererà all’obbligo di pubblica comunicazione stampa perché ormai tutti gli interventi si limitano alla registrazione di “assetto Law enforcement”. In parole povere, anche se le barche sono precarie e si ritiene necessario il trasbordo, l’intervento non è di soccorso ma di polizia.

Tra le persone partite da Zuwara, ormai tristemente noto porto-enclave libico dei trafficanti di esseri umani, ci sono quasi tutte le più disagiate nazionalità: Bangladesh, Sudan, Liberia, Mali, Costa D’Avorio, Gambia, Etiopia, Egitto, Tunisia, Marocco, Algeria. Dopo l’approdo dei primi 205 migranti della giornata lampedusana, poco dopo le undici del mattino, è il turno di altri 80 migranti provenienti dalla stessa costa libica di Zuwara e delle stesse nazionalità originarie (vedi foto in basso). Il dato provvisorio si assesta quindi su un totale di 285 persone partite dalla Libia, sfuggite al rinomato “contenimento” delle motovedette libiche donate dall’Italia per fare quel che non possono fare le motovedette italiane, cioè respingere indiscriminatamente persone in mare, e giunte fino all’ingresso illegale nelle acque territoriali del primo lembo di terra europeo. Se si contano anche i 162 tunisini arrivati nel corso della giornata di ieri sono quindi 447 i migranti approdati a Lampedusa in meno di 36 ore. Nel frattempo, allo scalo alternativo dell’isola, in località Cala Pisana, la nave quarantena “GNV Atlas” – inedita della flotta Grandi Navi Veloci noleggiata dal governo italiano per l’isolamento preventivo dei migranti – ha già imbarcato 90 persone e lasciato l’attracco libero alla sorella di compagnia e servizio “GNV Azzurra”. Proprio ieri il ministro degli Interni italiano Luciana Lamorgese – che oggi incontrerà le ONG per “proseguire la collaborazione” – aveva vantato che in cambio di sostegno alla Tunisia per il risollevarsi della loro economia gli erano stati garantiti rimpatri per 80 migranti a settimana: il 50% degli harragas sbarcati ieri, in un solo giorno. Rimane esclusa l’ipotesi di visti, canali legali e transiti per ricerca lavoro su suolo europeo. Si procede invece con le milionarie navi quarantena in questo gioco di sicurezza dei confini e muri invisibili nel Mediterraneo centrale.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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