Scomparsa barca migranti partiti da Sfax, si teme naufragio

Ricerche vicino Lampedusa dove manca all'appello una barca con sei migranti partiti tre giorni prima dal porto tunisino di Sfax. Velivolo Guardia Costiera sopra Lampedusa e motovedette in mare ma a vuoto

Motovedetta SAR della Guardia Costiera in ricerca notturna (Foto d'archivio)

di Mauro Seminara

Una piccola imbarcazione con sei migranti tunisini a bordo era partita tre giorni addietro dal porto tunisino di Sfax, ma fino a questa sera nessun arrivo risulta sulle coste italiane. L’allarme pare essere stato lanciato da un parente di uno dei sei harraga scomparsi che si trova a Lampedusa. Il migrante già arrivato in Italia si sarebbe messo in contatto con il parente e poi, al mancato arrivo dopo due giorni, avrebbe ripetutamente cercato di rimettersi in contatto fino al terzo giorno di mancate notizie. Nei pressi di Lampedusa oggi sembrano essere state condotte ricerche in mare e dal cielo, ma senza esito positivo. Un velivolo della Guardia Costiera in attività operativa di ricerca SAR è stato tracciato nel pomeriggio dal cronista di Radio Radicale Sergio Scandura e da Lampedusa abbiamo verificato l’uscita di porto di motovedette classe 300 della stessa Guardia Costiera. Le ricerche, come mostra la traccia di volo pubblicata da Scandura, si sono concentrate sullo specchio di mare immediatamente ad ovest di Lampedusa.

La rotta che la barca avrebbe dovuto seguire, partendo da Sfax e con l’eventuale intenzione di raggiungere la maggiore delle Pelagie come già in precedenza aveva fatto il parente giunto incolume a Lampedusa, si trovava certamente sotto l’attenta e quotidiana scansione dei velivoli italiani e dell’agenzia europea per il controllo delle frontiere (Frontex). La barca quindi potrebbe essere stata avvistata nei giorni scorsi, ma forse ancora in acque internazionali la cui responsabilità SAR non ricade sull’Italia, la dove le motovedette italiane non si spingono più perché fuori dai confini nazionali, anche se in pericolo. Nell’area di ricerca ci sono attualmente circa venti nodi di vento con onde di un metro e venti centimetri, e malgrado la giornata mitigata dal vento proveniente da sud, il mare è gelido come si conviene in inverno. Nel caso di un ribaltamento del natante, magari conseguente ad un’avaria del motore o un cedimento dello scafo, la resistenza in mare sarebbe di pochi minuti prima dell’arrivo di uno stato di ipotermia che determinerebbe l’inevitabile decesso dei naufraghi.

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Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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