Scandalo al sole

di Domenico Gallo

di Domenico Gallo

Scandalo al sole è il titolo di un film statunitense del 1959, diretto da Delmer Daves e tratto da un romanzo di Sloan Wilson in cui si narrano delle scandalose vicende sentimentali che si svolgono sotto il sole di Pine Island. Scandalo al sole è il titolo che si potrebbe dare al cosiddetto “accordo del secolo” che il Presidente Trump ha rivendicato come il piano che dovrebbe portare la pace tra Israele e Palestina.

È uno scandalo perché sancisce l’umiliazione e la discriminazione del popolo palestinese rendendola perpetua attraverso la negazione del diritto internazionale e del principio sancito dalle Nazioni Unite dell’uguaglianza dei popoli e del loro diritto alla libertà e alla dignità.

Al sole perché annunciato in pompa magna alla Casa Bianca sotto i riflettori di tutti i media internazionali.

Il piano che si autodefinisce “una visione di pace e di prosperità” non fa che legittimare tutte le violazioni compiute da Israele in questi oltre cinquant’anni di occupazione militare e di colonizzazione dei territori palestinesi: fa propria le richiesta della destra nazionalista israeliana di disfarsi della presenza dei palestinesi prevedendo il trasferimento della popolazione palestinese di cittadinanza israeliana del “Triangolo” nella Bassa Galilea (più di 10 villaggi con 260mila persone), nel pseudo Stato palestinese; l’entità palestinese non avrebbe naturalmente sovranità né sullo spazio aereo né sulle falde acquifere; i confini della Cisgiordania con la Giordania sarebbero di Israele con l’annessione della Valle del Giordano. Tutte le colonie, piccole e grandi, più di 150 con circa 600mila coloni, verrebbero annesse a Israele e insieme a queste ovviamente le terre coltivabili palestinesi poste al di là del Muro.

In sostanza il “piano di pace” di Trump  spoglia il popolo palestinese del territorio che la Comunità internazionale aveva riconosciuto ai palestinesi nel quadro di una soluzione pacifica del conflitto e confina la popolazione in una serie di Bantustan sul modello delle entità create in Sud Africa dal regime dell’apartheid, mentre la popolazione palestinese che vive all’interno viene sempre più discriminata per il carattere confessionale assunto dallo Stato di Israele, sancito da una legge di natura costituzionale approvata il 19 luglio 2018. 

Solo la boria e la tracotanza di un Presidente che è stato definito da Noam Chomsky una sciagura per il genere umano consente di qualificare come “accordo”, quello che è un impietoso ed arrogante diktat dei vincitori sui vinti, che infatti non sono stati neppure invitati a partecipare alla stesura del piano.

Quello che colpisce è la congiura del silenzio contro questa scandalosa ingiustizia perpetrata ai danni del popolo palestinese da parte della comunità internazionale, ed in modo tanto più grave dagli  Stati dell’UE, un silenzio intollerabile per democrazie che vogliano essere coerenti con i propri impegni costituzionali.

L’Unione Europea ed i suoi Stati non possono  stare a guardare.

Quanto succede al popolo palestinese ed ai popoli del Medio Oriente è la sperimentazione di un mondo in cui la logica e le alleanze dei poteri e degli interessi economici, politici, strategici cancellano i presidi della legalità internazionale.

A questo punto dovremmo chiederci perché l’Italia è rimasta silente sul piano Trump. Eppure il nostro astuto ministro degli esteri non ha esitato a scendere in piazza per far sentire alta la sua voce a tutela dei grandi obiettivi del Movimento 5 Stelle come l’abolizione retroattiva dei vitalizi e la riduzione del numero dei parlamentari e lo stop alla prescrizione, ma su questo scandalo internazionale non ha profferto verbo.

Si sa, chi tace acconsente. Infatti qualche giorno fa aveva fatto un comunicato in cui definiva la truffa del piano Trump come uno “sforzo per la pace”, dandogli addirittura il benvenuto. Ora, secondo il quotidiano israeliano Haaretz, l’Italia non farebbe parte dei paesi UE pronti a riconoscere lo Stato palestinese per fermare il piano di annessione di Trump. Vengono citati dal quotidiano israeliano Lussemburgo, Irlanda, Francia, Belgio, Spagna, Portogallo, Finlandia, Svezia, Malta e Slovenia. A questo punto sorge una domanda: l’Italia tornerà ad essere il paese del servo encomio e del codardo oltraggio?

(Editoriale di Domenico Gallo pubblicato in condivisione con Il Corriere dell’Irpinia)

Informazioni su Domenico Gallo 78 Articoli
Nato ad Avellino l'1/1/1952, nel giugno del 1974 ha conseguito la laurea in Giurisprudenza all'Università di Napoli. Entrato in magistratura nel 1977, ha prestato servizio presso la Pretura di Milano, il Tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi, la Pretura di Pescia e quella di Pistoia. Eletto Senatore nel 1994, ha svolto le funzioni di Segretario della Commissione Difesa nell'arco della XII legislatura, interessandosi anche di affari esteri, in particolare, del conflitto nella ex Jugoslavia. Al termine della legislatura, nel 1996 è rientrato in magistratura, assumendo le funzioni di magistrato civile presso il Tribunale di Roma. Dal 2007 è in servizio presso la Corte di Cassazione, attualmente ricopre le funzioni di Presidente di Sezione. E’ stato attivo nel Comitato per il No alla riforma costituzionale Boschi/Renzi. Collabora con quotidiani e riviste ed è autore o coautore di alcuni libri, fra i quali Millenovecentonovantacinque – Cronache da Palazzo Madama ed oltre (Edizioni Associate, 1999), Salviamo la Costituzione (Chimienti, 2006), La dittatura della maggioranza (Chimienti, 2008), Da Sudditi a cittadini – il percorso della democrazia (Edizioni Gruppo Abele, 2013), 26 Madonne nere (Edizioni Delta Tre, 2019)

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