Famiglie libiche in fuga sbarcano a Lampedusa – VIDEO

Uomini, donne e bambini libici sbarcano autonomamente nel porto di Lampedusa con un motoscafo mentre Guardia Costiera e Guardia di Finanza intervengono sulla barca segnalata da Alarm Phone

di Mauro Seminara

Mentre la Guardia Costiera e la Guardia di Finanza erano impegnati con una piccola barca fermata e trasbordata già in acque territoriali, per la quale era stata inoltrata da Alarm Phone la richiesta di soccorso e sopra cui avevano volato aerei della missione europea già quando si trovava abbondantemente in acque internazionali, nel porto di Lampedusa arrivava un motoscafo lungo circa 7 metri con nuclei familiari libici in fuga dal Paese in cui l’intera Unione europea pretende di far ricondurre i migranti che tentano la traversata verso l’Europa. Erano trascorse da poco le 23, ed i guardacoste stavano trasbordando i 40 migranti segnalati anche da Alarm Phone. Al porto commerciale dell’isola è entrato un motoscafo bianco, con potente motore entrobordo. Sopra ci sono 16 persone e bagagli, il minimo indispensabile contenuto in zaini. Tipico di chi sta fuggendo e sa di non poter portare con se molte cose, ma decisamente più di quello che possiedono solitamente i migranti che in Libia erano stati trattenuti a forza e torturati per un riscatto prima di finire su un gommone.

Dal motoscafo sbarcano cinque uomini, uno dei quali di una certa età, cinque donne e sei bambini. I minori sono piccoli. Qualcuno sta in braccio ad un genitore, qualche altro ha già età compresa tra i tre ed i cinque anni. Infreddoliti, smarriti, ma educati e rispettosi. Chiedono se possono prendere un succo di frutta lasciato a bordo, per il bambino. Attendono con pazienza mentre le donne badano ai bambini. Sono di Tripoli, a quanto dicono, ma pare siano partiti da altro porto libico. Le forze dell’ordine pressano perché i pulmini dell’ente gestore del Centro di primo soccorso ed accoglienza arrivino il più presto possibile, così che queste famiglie possano raggiungere rapidamente la struttura e trovare ristoro. L’ente gestore non era stato preventivamente allertato perché i profughi sono stati fermati dalle forze dell’ordine già in porto, ma i pulmini arrivano e dalla banchina del porto commerciale vengono trasferiti tutti in Contrada Imbriacola. Poco più tardi rientra in porto una motovedetta SAR della Guardia Costiera, ormeggia e chiude la propria operazione. Del pattugliatore della Guardia di Finanza invece non c’è traccia, ma a bordo dovrebbe avere circa 40 persone soccorse a meno di dodici miglia sud di Lampedusa.

Aggiornamento:

In rettifica all’operazione di soccorso che si supponeva in favore dei 40 migranti segnalati da Alarm Phone, il pattugliatore della Guardia di Finanza non ha completato alcuna operazione perché pare non sia stata trovata alcuna barca oltre quella dei 16 libici sbarcati autonomamente a Lampedusa. Non è stato quindi “durante un trasbordo” ma durante una ricerca che i profughi salpati dalla Libia sono arrivati sull’isola.

Informazioni su Mauro Seminara 705 Articoli
Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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