Mogol al Salus Festival: l’inaugurazione è un omaggio alla musica italiana

Rubrica culturale di Roberto Greco

Gli allievi della MAST79 hanno terminato di esibirsi. Un omaggio all’ospite che inaugura la terza edizione del Salus Festival a Caltanissetta. Un grintoso coro di ragazzi ha presentato alcune cover la cui musica si deve all’attesissimo ospite. Le note di “Sole mio” riempiono la sala. Più di duecento adolescenti si guardano non capendo. Sul palco, il maestro sorride. Giulio Rapetti, in arte Mogol, classe 1936, guarda i ragazzi che, con il naso all’insù, stanno cercando di capire. I primi schermi degli smartphone s’illuminano. Il volume della musica si abbassa e Mogol inizia a parlare. Di nuovo buio completo in sala. Gli occhi di tutti i ragazzi sono fissi sul palco. Inizia il racconto del pop italiano da parte di uno dei suoi più importanti protagonisti.

Attivo sin dal 1955, il suo primo testo ufficiale, scritto con Carlo Donida, fu “Briciole di baci”, interpretato da Mina. Ma il primo grande vero successo per Mogol, questo fu lo pseudonimo artistico scelto dalla SIAE che lo accompagna ancora oggi, arrivò quando, sempre assieme a Donida, scrisse “Al di là”, che vinse il Festival di Sanremo del 1961, grazie alle ottime interpretazioni di Luciano Tajoli e Betty Curtis. Tempi lontani. Nessuno dell’attento pubblico era nato, in quegli anni. Eppure tutti, ricordano il periodo musicale che ha visto Mogol al fianco di Lucio Battisti, in un sodalizio artistico che è durato dal 1965, anno del loro incontro sino al 1980, anno in cui le strade dei due artisti si divisero per sempre. Di lui ricordiamo successi che molto spesso non gli attribuiamo, a partire da “Una lacrima sul viso” alla versione italiana di “California Dreamin’” e a “Senza luce”, versione italiana di “A winter shade of pale” dei Procol Harum, che permisero ai Dik Dik di imporsi al grande pubblico. Continua a lavorare ininterrottamente, alternando il suo lavoro di produttore discografico a quello d’insegnante.
Mogol al Salus Fest a Caltanissetta

Ma il cuore di Giulio batte forte. Fu lui che, assieme a Gianni Morandi, Paolo Mengoli e Claudio Baglioni, nel 1975, diede vita alla “Nazionale Cantanti” che ancora oggi, a più di quarant’anni dalla sua nascita, rappresenta uno dei sani connubi tra lo sport e la solidarietà. I numeri di Mogol? Ha disputato 279 partite segnando un totale di 33 gol. Non male per un musicista! Pubblico entusiasta, al “Tetro Rosso San Secondo” a Caltanissetta. Forse il maestro avrebbe potuto essere un più generoso con il suo giovane pubblico. Uno spazio alle domande, mio personale giudizio, avrebbe magari permesso di esaudire quella sana curiosità dei ragazzi. Uscendo dal teatro ho visto un ragazzino che aveva sotto il braccio un pallone da calcio nuovo di zecca. LO guardo. “E quello?”. Il ragazzino mi guarda e, anzichè ignorarmi, sorride. “È per domani. Domani c’è Totò Schillaci”. Lo saluto e mi avvio. A domani.

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