di Mauro Seminara
Con strano, o quantomeno opinabile tempismo, il presidente della Regione Sicilia ha deciso di annunciare le proprie intenzioni riguardo Lampedusa. Come si apprende dall’ANSA, Nello Musumeci ha dichiarato che “il governo regionale realizzerà uno studio sulla possibilità di istituire una struttura ospedaliera a Lampedusa“. L’affermazione del governatore, che allo stato attuale è solo la promessa dell’intenzione di valutare la fattibilità di una richiesta, arriva in un momento particolare e pericoloso. “La proposta dell’amministrazione comunale, avanzata il 3 giugno a Palermo – prosegue Musumeci secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa – nel corso della riunione che abbiamo voluto sulla sanità nelle Isole minori, merita di essere valutata con attenzione ed è perfettamente coincidente con la posizione, da noi sempre espressa, che considera Lampedusa una Terra di interesse internazionale“. Il giorno in cui l’amministrazione comunale, come asserisce il presidente di Regione, ha avanzato la richiesta di un ospedale sull’isola coincide con quello in cui i dipendenti della stessa amministrazione comunale hanno dovuto liberare e ripulire la Porta d’Europa offesa da teli neri e nastro adesivo. L’annuncio di voler valutare l’eventuale realizzazione di un ospedale arriva invece la mattina in cui i Vigili del Fuoco di Lampedusa stavano ancora spegnendo gli ultimi mucchietti di cenere fumante che rimane delle barche incendiate in un duplice raid notturno a Lampedusa.
La proposta dell’istituzione di un punto ospedaliero, di fatto, è stata formalmente avanzata dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Salvatore Martello; ma a promuovere tale idea per l’isola è stato nelle ultime settimane, con quotidiano impegno, un comitato spontaneo dell’isola che adesso si trova sotto i riflettori per le coincidenze che legano alcuni annunci con alcuni eventi verificatisi a Lampedusa. Per esteso, il “Comitato Spontaneo” costituito a Lampedusa perorava due cause, una delle quali l’ospedale per l’isola. L’altra, in parte del relativo punto, recitava testualmente: “Non vogliamo più centri per migranti e non vogliamo che le persone migranti transitino dall’isola“. La richiesta, punto uno di due, non ha un approccio razzista come estraendo la sola frase sopracitata si potrebbe intendere. Piuttosto viene annunciata con questa premessa: “Non vogliamo essere più complici del nuovo traffico di schiavi e di sfruttamento“. Ma se nobile è lo scopo, non si può asserire con certezza che nobili siano gli intenti di tutti; facciano essi parte del “Comitato” oppure no. E le conseguenze di un certo tipo di insofferenze sono poi visibili con le azioni che questa notte l’intera popolazione del centro abitato di Lampedusa ha dovuto respirare mentre i Vigili del Fuoco pompavano acqua di mare per spegnere l’incendio.
In questo contesto, con queste azioni in corso sull’isola e fino a che non verranno chiarite le rispettive responsabilità, il presidente della Regione Sicilia sembra quindi soffiare sul fuoco cedendo a ricatti anonimi eseguiti con taniche di benzina. L’annuncio di voler valutare l’ipotesi di un ospedale sulla maggiore delle Pelagie, mentre la Procura di Agrigento prende in carico l’indagine sul clima insostenibile che si sta instaurando sull’isola, appare quindi quasi un incoraggiamento al metodo criminale con cui qualcuno a Lampedusa pretende interventi ancora da valutare nel preliminare studio di fattibilità e costi. Il punto ospedaliero inoltre, qualunque cosa si intenda per “struttura ospedaliera”, non potrebbe escludere la presenza stabile sull’isola di un elicottero del 118. Lampedusa dipende dall’ASP 6 di Palermo sotto il profilo sanitario, pur trovandosi in provincia di Agrigento, ed un eventuale intervento per una struttura sanitaria di tipo ospedaliero dovrà passare da attento studio che tenga conto di ciò che va aggiunto e soprattutto di ciò che non può e non deve poi essere oggetto di ridimensionamento o soppressione come l’elitrasporto con elicottero fisso sull’aeroporto di Lampedusa.
Nota di aggiornamento:
A seguito di segnalazione da parte del “Comitato di Salute Pubblica e Ambientale” che, con e-mail indirizzata alla redazione in data 8 giugno 2020 si è dichiarato estraneo alle attività e richieste del “Comitato Spontaneo”, abbiamo provveduto a correggere il riferimento nel presente articolo. Ci scusiamo per l’errore.