L’Ambasciata dell’odio, quella che ha diviso gli alleati ed unito il mondo arabo, dovrebbe vedere la propria apertura ufficiale il 14 maggio a Gerusalemme. Ieri, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che potrebbe anche presenziare all’apertura della nuova sede dell’Ambasciata statunitense che da Tel Aviv viene spostata a Gerusalemme co annesso intrinseco riconoscimento Usa della Città Santa quale capitale dello Stato di Israele. Il capo del Governo israeliano, Benjamin Netanyahu, aveva rivolto l’invito a Trump mediante i microfoni dell’americana Fox News lasciando però al presidente americano la scelta. Come dire: se viene è per un messaggio ancora più marcato al mondo ma se ritiene di non poterlo fare dovrà deciderlo lui. Un invito che sembra anche una pressione politica nei confronti del titolare della Casa Bianca in un momento estremamente delicato in cui Israele è partita alla carica contro il nemico di sempre: l’Iran. Un messaggio altrettanto importante quello di Trump che, dopo le accuse rivolte da Israele all’Iran, annuncia di poter essere presente al fianco di Benjamin Netanyahu il giorno in cui per gli Stati Uniti la Gerusalemme occupata dagli israeliani verrà riconosciuta capitale dello Stato di Israele a discapito di tutti gli equilibri conquistati a fatica in Medio Oriente intorno a questa città nel corso di decenni.
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