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Sequestrata la BluTec, amministratore delegato in arresto

Era il 23 febbraio, poco più di due settimane addietro, quando il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro si recava a Termini Imerese insieme al presidente della Regione Sicilia. Il tema dell’incontro era il mantenimento degli impegni da parte di BluTec, ex stabilimento Fiat della zona industriale di Termini Imerese, per riuscire a far ottenere ai lavoratori nel più breve tempo possibile la cassa integrazione – era già in corso una vertenza degli operai alla BluTec spa – e la riconversione dell’impianto per il recupero occupazionale. Oggi la BluTec ha avuto una brutta sveglia per ragioni parallele a quelle che legano la BluTec al Ministero dello Sviluppo Economico: alla porta dell’amministratore delegato e del presidente del consiglio di amministrazione della società per azioni ha bussato la Guardia di Finanza con in mano un’ordinanza di arresto firmata dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese. Ordinanza firmata insieme al decreto di sequestro preventivo per 16 milioni di euro e di sequestro dell’intero impianto industriale.

Musumeci e Di Maio il 23 febbraio a Termini Imerese

Su richiesta della Procura della Repubblica di Termini Imerese, i finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo hanno eseguito le disposizioni del Gip per la custodia cautelare agli arresti domiciliari di Cosimo Di Cursi, amministratore delegato della BluTec spa, e di Roberto Ginatta, presidente del consiglio di amministrazione della stessa società per azioni. Alla disposizione di arresti domiciliari si aggiunge anche la misura interdittiva concernente il divieto per la durata di 12 mesi di esercitare imprese e uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. Cosimo Di Cursi però non si trova in Italia al momento in cui, questa mattina, i militari delle Fiamme Gialle hanno ricevuto le disposizioni del Tribunale di Termini Imerese. La famiglia Ginatta possiede insediamenti produttivi in Brasile e nel Paese sudamericano, per ufficiali motivi di lavoro, si trova Cosimo Di Cursi. La correlazione con il ministero di Luigi Di Maio però, in qualche modo, c’è: Gli indagati sono accusati di aver distratto ingenti finanziamenti pubblici, erogati da InvItalia (per conto del Ministero dello Sviluppo Economico), per sostenere il programma di sviluppo finalizzato alla riconversione e riqualificazione del polo industriale di Termini Imerese (PA), che prevedeva la realizzazione di una nuova unità produttiva presso gli opifici della ex impresa FCA Italy S.p.A. per la produzione di componentistica automotive.

La BluTec spa, costituita nel 2014 con sede in Pescara, nel 2015 aveva sottoscritto un accordo di programma con i ministeri dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la Regione Siciliana e il Comune di Termini Imerese, per un importo complessivo di circa 95 milioni di euro, chiedendo agevolazioni pubbliche per oltre 71 milioni di euro (67 milioni per finanziamento agevolato e 4 milioni a fondo perduto). A partire dal dicembre 2016, sono stati erogati alla società circa 21 milioni a titolo di anticipazione. L’attività inquirente, svolta dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese con gli esperti in materia del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo, ha però scoperto che almeno 16 dei 21 milioni di contribuzioni pubbliche non sarebbero mai stati impiegati per i fini progettuali previsti, né restituiti a scadenza delle condizioni imposte per la realizzazione del progetto fissata per il 31 dicembre 2016 e poi prorogato fino al 30 giugno 2018. Alcune spese sono state giudicate non ammissibili, in altri casi i fondi pubblici sono stati utilizzati per l’acquisto di beni impiegati a beneficio di altre unità produttive dell’azienda site fuori regione e non presso il polo industriale di Termini Imerese. Ad aprile del 2018 era stato revocato il finanziamento, ma ad oggi non sono ancora state avviate le procedure per la restituzione dell’anticipo acquisito dalla BluTec.

Nei confronti di Di Cursi e Ginatta si sta inoltre procedendo al sequestro preventivo delle disponibilità finanziarie, nonché del patrimonio immobiliare, fino a concorrenza del profitto della malversazione per un importo superiore ai 16 milioni di euro. Perquisizioni sono tra l’altro ancora in corso su tutto il territorio nazionale. La società per azioni – il cui valore supera i cento milioni di euro – e le sue numerose unità locali sparse in tutto il territorio nazionale, compreso lo stabilimento di Termini Imerese, sono state sequestrate al fine di evitare la prosecuzione di condotte di malversazione ed affidate a un amministratore giudiziario che avrà il compito di assicurare la continuità aziendale della società. La BluTec spa è stata segnalata per responsabilità amministrativa degli enti dipendente da reato (decreto legislativo n. 231 del 2001), per aver tratto un indebito profitto dal reato di malversazione commesso nel suo interesse da Ginatta e Di Cursi. Quando la politica decide di dire “basta!”, qualcosa si muove ed anche le Procure della Repubblica e gli investigatori riescono a fare meglio e molto di più a tutela dell’interesse pubblico.

Il ministro Luigi Di Maio il 23 febbraio a Termini Imerese
Redazione:
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