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Alla Camera il DDL anti Ultima Generazione, sanzione fino a 60mila euro

Il sindaco Nardella ed un attivista di Ultima Generazione davanti Palazzo Vecchio a Firenze (fonte: YouTube)

“Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici e modifiche agli articoli 518-duodecies, 635 e 639 del codice penale”. Questa in sintesi la norma già approvata in Senato la cui iniziativa è del governo con intestazione al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Presentate le ragioni dell’iniziativa, l’opposizione ha subito annunciato di non voler appoggiare una norma che ancora una volta inasprisce la legge contro i giovani che protestano con manifestazioni come quelle di Ultima Generazione. Nei mesi scorsi sono state imbrattate alcuni beni patrimonio culturale del Paese, in modo non permanente ma sufficiente ad attirare l’attenzione sulla questione climatica ed ambientale.

Le manifestazioni di Ultima Generazione si distinguono da altre azioni cui si è assistito in Italia con danneggiamenti permanenti ad opere d’arte come la famosa fontana della Barcaccia a Roma. Ma cosa si intende, e come si applica la norma proposta dal governo Meloni è un terreno scivoloso. L’articolo 1 del DDL recita al comma 1: Ferme le sanzioni penali applicabili, chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 20.000 a euro 60.000. Un giovane che manifesta per il proprio futuro, condannato ad una sanzione di tale entità è un giovane cui il futuro viene definitivamente negato.

Devis Dori, di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana, ha fatto notare nel corso del proprio intervento alla Camera che i primi due articoli del DDL sono uguali a quelli che già prevedono sanzioni penali per chi deturpa beni culturali e altro non fa che aggiungere una sanzione amministrativa sproporzionata ed annuncia emendamenti con cui introdurre, prima di tutto, l’alternativa sanzionatoria con la reclusione oppure la sanzione amministrativa. Per Valentina D’Orso, del Movimento 5 Stelle, il provvedimento cammina di pari passo con il già noto maldestro “decreto rave”. Anche Italia Viva si dichiara contraria. Andrea Casu, del Partito Democratico ha invece puntato il dito contro il sottosegretario Vittorio Sgarbi, ricordando come altri l’assurda coincidenza dell’approdo in Parlamento del Disegno di Legge mentre si dovrebbe discutere della delega al sottosegretario alla Cultura. Casu sostiene che per quanto errato il metodo, i ragazzi di Ultima Generazione hanno ragione nel merito della protesta.

Il deputato PD ha vantato la paternità della legge già esistente, la Orlando-Franceschini, notando che viene aggiunta anche la sanzione amministrativa. La norma, “raffazzonata” secondo Casu, risulta anche a rischio di incostituzionalità appunto perché prevede la doppia sanzione, quella penale e quella amministrativa. In generale, tutti gli intervenuti hanno sostenuto la necessità di tutelare i beni culturali nazionali, ma è stato anche ricordato – in questo caso dalla deputata D’Orso di M5s – che il provvedimento che inasprisce le pene per chi deturpa il patrimonio culturale è “un provvedimento recente” che risale appunto al governo M5s-PD con la norma Orlando-Franceschini. Chiuso il confronto da Fratelli d’Italia, il deputato Federico Mollicone ha definito quella in discussione una “importante innovazione legislativa che colma le lacune della legge Franceschini e Orlando”.

Con la rinuncia del relatore e del ministro Sangiuliano, presente in aula, la Camera presieduta dal vicepresidente Fabio Rampelli ha rinviato il proseguo della discussione. Per la temporanea assenza del ministro Lollobrigida la seduta è stata poi temporaneamente sospesa al fine di poter procedere con l’altra discussione in esame previsto dall’ordine dei lavori: il disegno di legge sull’istituzione del premio di “Maestro dell’arte della cucina italiana”.

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