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Emergenza sbarchi finita, procedono imbarchi su navi quarantena

Imbarco di gruppi di persone migranti su nave GNV Azzurra a Lampedusa il 16 dicembre 2020

di Mauro Seminara

La nave quarantena “Azzurra” della compagnia di navigazione Grandi Navi Veloci ha imbarcato circa 250 persone a Lampedusa nelle ultime 48 ore e la maggiore “Rhapsody”, della stessa GNV, si trova già da ieri a ridosso della maggiore delle Pelagie. Risultano, da quanto abbiamo potuto ricostruire, 231 persone migranti imbarcate sulla Azzurra a Lampedusa, tra le quali anche nuclei familiari, donne e bambini. L’operazione di isolamento preventivo a bordo di questi giganteschi hotspot galleggianti, approntati per la media arrotondata di un milione di euro al mese ciascuno, ha sopperito temporaneamente alla carenza strutturale di centri per migranti in terra. Strutture che però sarebbero risultate più sicure, anche e soprattutto in tempi di pandemia, per la praticità logistica in casi di emergenze sanitarie ma che versano in condizioni di fatiscenza la dove ancora operative. In certi casi operative e fatiscenti anche se su carta dovrebbero essere chiuse ed in fase di ristrutturazione.

Acqua calda assente, letti lerci con materassi di gommapiuma difficilmente compatibili con le norme igieniche minime sindacali e certo assolutamente incomprensibili in un periodo di emergenza sanitaria globale. Le politiche degli ultimi anni pare però che abbiano indotto più di un governo nazionale – quattro diversi tra il 2016 ed il 2020 – a non ritenere più necessario investire nelle strutture per la prima accoglienza e per la detenzione amministrativa dei migranti, forse per la convinzione che pagare sedicenti guardie costiere nordafricane per reprimere le partenze o auto-respingere migranti verso un porto non sicuro avrebbe reso inutili i centri a terra. La forza della spinta migratoria ha però smentito ogni convinzione di validità della strategia di non accoglienza. La scelta “strategica” del Governo italiano però viene mantenuta ed anche in questo periodo, con il flusso delle partenze ridotto dalle condizioni meteo a poche centinaia di persone ogni tre o più settimane, le navi quarantena continuano il loro servizio ai costi base già menzionati cui vanno aggiunti quelli rappresentati da Croce Rossa per l’assistenza a bordo, dalle motovedette che pattugliano intorno ad ogni singola nave, dagli oneri portuali e tutto il resto.

L’assistenza a bordo ed i pattugliamenti di ronda intorno alle navi, ferme in rada davanti ai porti siciliani, non hanno comunque impedito che gli hotspot galleggianti contassero vittime, anche per ragioni facilmente contestabili come la mancata assistenza sanitaria. Contro l’impiego di questa flotta, sulla quale le persone migranti dovevano fermarsi per i 14 giorni previsti dalle misure sanitarie anti-Covid, poi ridotti a dieci giorni, sforati con permanenze prolungate e con “fogli di via” consegnati al momento dello sbarco che vanificavano l’isolamento preventivo da milioni di euro, si sono scagliate circa 150 tra organizzazioni italiane ed internazionali. Tutte condividendo il testo delle richieste inviate al Governo sulla dismissione di queste cosiddette navi quarantena. Secondo il documento presentato lunedì 14 dicembre in conferenza stampa dalle sigle capitanate dai promotori “Ciss Ong” e “Forum Antirazzista Palermo”, “il costo delle strutture a terra è di 30-40 euro al giorno per migrante; lo stesso servizio in mare, sulla base degli avvisi e del disciplinare tecnico pubblico, sembra assestarsi sui 150-200 euro pro die per ciascun ospite“. Ma c’è di più, e riguarda la violazione di diritti, la discriminazione, la propaganda che si alimenta sui “migranti-untori” e più che probabile inutilità sanitaria. “A novembre 2020 – spiegano le organizzazioni firmatarie del documento trasmesso al Governo – su 2448 persone sulle navi solo 197 erano positivi al Covid-19, l’8% (con contagi avvenuti prevalentemente nei contesti di promiscuità vissuti durante il viaggio)“.

Nel mese di dicembre sono sbarcate in Italia 707 persone. Approssimativamente l’equivalente capienza della nave quarantena GNV Rhapsody adesso vicina a Lampedusa. Di queste, quasi la metà (305 persone) nella sola giornata di martedì 15 dicembre, per merito di un insolito breve periodo di mare calmo invernale. Le navi quarantena però continua ad essere in servizio con faraonico noleggio e non si tratta di una o due soltanto. Al contempo, però, quasi il Governo italiano volesse inconsciamente smentire se stesso sulla necessità di tale misura emergenziale, da Lampedusa continuano i trasferimenti verso la Sicilia di migranti appena sbarcati mediante navi traghetto in servizio di linea. Per assurdo, si è anche verificato il trasferimento da Lampedusa a Porto Empedocle di persone imbarcate all’arrivo su nave quarantena poi salpata verso il porto di Lampedusa per imbarcarne altre. Giochi di andate e ritorni non gratuiti, né per le casse dello Stato né tantomeno per la salute e la dignità delle persone gestite come pacchi in centri smistamento male organizzati. Tra gli imbarchi su nave Azzurra ed i trasferimenti effettuati e da effettuare su nave traghetto di linea, questa mattina il centro di prima accoglienza di Lampedusa dovrebbe trovarsi con soli 44 ospiti in struttura. Sicuramente una cifra accettabile nel giorno in cui un ministro del Governo italiano si reca in visita sull’isola.

Mauro Seminara: Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.
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