di Mauro Seminara
Sono arrivate entrambe in autonomia le barche dei migranti tunisini approdate in serata a Lampedusa. Ultimo miglio, simbolico, scortate da motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza che non hanno però ritenuto – o ricevuto ordine – di mettere in sicurezza le imbarcazioni anche se una delle due aveva un gruppo di persone in piedi sulla cabina e per questo poteva essere meno stabile, oltre ad essere un barchino da pesca con sessanta persone a bordo. In totale altre settanta persone arrivate su un piccolo peschereccio, di circa sette o otto metri, e su un barchino di cinque metri sul quale erano però “soltanto” in dieci. Tra le persone migranti sbarcate a Lampedusa, vicino il molo delle motovedette SAR della Guardia Costiera, anche un nucleo familiare con una bambina.
La madre era l’unica donna a bordo. La bambina invece non era l’unico minore. I minorenni erano infatti 18. Al centro di accoglienza verrà verificato se accompagnati o tutti senza un familiare al seguito. Nel centro di prima accoglienza di Lampedusa, appena “sgomberato”, con gli ultimi arrivati sulla maggiore delle Pelagie si sale a oltre 200 persone. Numero maggiore della capienza massima del centro operativo, ma la struttura non dovrebbe essere operativa per vitto e alloggio essendo stato stabilito che dovrebbe funzionare solo per le identificazioni ed i tamponi prima dell’imbarco su una delle milionarie navi quarantena predisposte dal Governo. Le operazioni di trasferimento al centro di prima accoglienza però sono state bloccate, come ormai consuetudine, dal siparietto leghista che costringe forze dell’ordine, migranti e personale del centro ad una attesa estenuante.