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Emergenza coronavirus, nave ONG in quarantena in Sicilia

Migranti sbarcano da Ocean Viking a Pozzallo il 23 febbraio 2020 (Ph: Alessio Tricani)

di Mauro Seminara

Inizia con la Ocean Viking l’attuazione delle nuove misure straordinarie attuate dal governo italiano per i naufraghi soccorsi in mare. La nave delle ONG internazionali SOS Mediterranee e Medici Senza Frontiere attendeva l’assegnazione di un porto sicuro di sbarco (Place of Safety) da giorni. A bordo 274 naufraghi soccorsi in tre distinte operazioni SAR (Ricerca e Soccorso) nel Mediterraneo centrale, due il 18 febbraio ed una il giorno successivo. Lo stesso giorno dell’ultimo di tre soccorsi, la Ocean Viking aveva chiesto un porto sicuro alle autorità europee, ma dalla sera del 19 sono trascorsi altri tre giorni prima che alla nave ONG venisse indicato il porto siciliano di Pozzallo. La Ocean Viking, con a bordo 62 minori, di cui 54 senza un familiare al seguito e 5 in tenera età, ha iniziato a navigare verso il porto siciliano già ieri e questa mattina ha ormeggiato con le proprie cime sulle bitte della quarantena.

Tra l’assegnazione del porto sicuro italiano e l’attracco della nave c’è stato il lungo e delicato Consiglio dei ministri con il tavolo emergenziale sulla diffusione del nuovo coronavirus in Italia, tra la Lombardia ed il Veneto. Il rapido espandersi del contagio ha infatti costretto le autorità nazionali a prendere contromisure drastiche per contenere l’espansione del contagio. Comuni “sigillati” con quarantena monitorata da forze di polizia e militari, consegne di dispensa dal servizio per militari residenti nelle due regioni principalmente colpite, sospesi gli incontri di calcio di Serie A ed ogni altra ragione di assembramento sociale. Allarme sociale con il grave rischio di psicosi ed attività specifica sul rispetto delle consegne nazionali anche o soprattutto alla luce di un caso in cui un nucleo familiare contagiato avrebbe lasciato il territorio posto in quarantena per affrontare un viaggio fino al sud Italia. In questo quadro arriva l’obbligo delle autorità nazionali – già ribadito anche da una sentenza della Corte di Cassazione – di assegnare un porto sicuro di sbarco ai migranti irregolari ed alle navi soccorritrici.

La Ocean Viking rimarrà in porto per 14 giorni, periodo di incubazione del virus 2019-nCoV secondo il mondo scientifico, ed il personale di bordo non potrà assolutamente lasciare la nave fino a nuove disposizioni. Sono invece sbarcati i 274 naufraghi che si trovavano a bordo, attraverso il canale sanitario già disposto con precedente protocollo del Ministero della Salute, per andare in periodo di analogo isolamento presso una struttura dedicata. In isolamento, equipaggio della nave ONG e naufraghi, per la cautela che è dovuta sotto il profilo della prevenzione medico sanitaria manche per risolvere ogni possibile strumentalizzazione con rischi di panico tra la popolazione locale. “Molti hanno riportato ferite coerenti con le notizie di essere stati sottoposti a violenza fisica mentre si trovavano in Libia”, spiega il team medico di Medici Senza Frontiere che opera a bordo della nave. “Nessuno – precisa però il team medico – soffre di condizioni mediche potenzialmente letali”.

L’ordinanza di quarantena è stata firmata dal sindaco di Pozzallo prima dello sbarco. Una condizione di sicurezza che viene così assicurata sotto il profilo del contagio da 2019-nCoV ma anche sotto quello del contagio psicotico su cui, nei giorni scorsi, era stato imbastito abbondante strumentale allarme su quanti arrivano in Italia dal mare. Proprio nei confronti del naufrago soccorso dalle navi nel Mediterraneo centrale invece arriva un rischio prossimo allo zero. Come già aveva dichiarato il dottor Francesco Cascio

, responsabile del presidio sanitario di Lampedusa, mentre si adoperava per mettere in atto tutte le misure preventive adeguate in caso un migrante affetto d coronavirus dovesse sbarcare sull’isola. Doverosa la precauzione da parte del Ministero della Salute e di tutto il governo nazionale, rimane però da chiarire che i naufraghi sbarcati questa mattina a Pozzallo si trovavano a bordo della Ocean Viking già da 4-5 giorni e che è pressoché impossibile che si siano imbarcati dopo meno di 14 giorni da un contatto con persone, nella parte di Africa esposta a rapporti con la Cina, da quando solo saliti a bordo di una carretta del mare. Non a caso, il focolaio italiano del virus 2019-nCoV si è sviluppato in quella parte di Italia più collegata al resto del mondo, caratterizzata da maggiore presenza di figure professionali di calibro manageriale.

La disposizione del governo italiano, che affronta una emergenza gravissima sotto il profilo sociale ed economico – borse a picco, produzione ferma ed esportazioni bloccate – ancor più che sanitario, pone adesso un ulteriore quesito che fa seguito a quanto già sottolineato in varie sedi dalle Nazioni Unite e dalla Commissione del Consiglio d’Europa per i diritti umani circa i soccorsi in mare nel Mediterraneo centrale. Se ogni nave che effettua un salvataggio di naufraghi viene posta in quarantena, se pur legittima azione, il rischio è adesso certezza che nessuna nave presterà soccorso a migranti in difficoltà ed in assenza di un’azione governativa per supplire a tale omissione volontaria di soccorso le conseguenze saranno che le uniche vere vittime del coronavirus saranno quelle morte annegate perché nessuno è intervenuto. Un quesito si pone poi doveroso sul caso di tutto il naviglio, commerciale e passeggeri, che lancia cime alle bitte dei porti italiani. Quante e quali navi verranno poste in quarantena breve, di 14 giorni, all’arrivo e cosa sarà dell’economia nazionale se tutto verrà immobilizzato a turni di due settimane come nel caso della Ocean Viking è adesso il vero nocciolo della questione che attiene alle sorti dell’intera nazione e non a quella dei migranti e delle navi ONG. Fermo restando che non sappiamo ancora da dove è arrivato il virus nel lodigiano, Lombardia, ed in Veneto.

Mauro Seminara: Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.
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