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Localizzato il relitto del naufragio di Lampedusa, dodici corpi intorno

Dopo giorni di ricerche, scandagliando il mare a sud di Lampedusa, è stato finalmente localizzato il relitto che parrebbe essere del naufragio verificatosi la notte tra il 6 ed il 7 ottobre a poche miglia da Lampedusa. La barca s era capovolta, inabissandosi, ad appena sei miglia dal porto dell’isola pelagica italiana sotto lo sguardo atterrito dei soccorritori. Secondo le dichiarazioni rese nei giorni successivi dai superstiti, la barca aveva effettuato una sosta in Tunisia, a Zarzis, per prendere a bordo 16 harragas che si aggiungevano ai 54 migranti subsahariani salpati dal porto libico di partenza. I giovani tunisini, salendo a bordo, avevano trovato posto sotto coperta. La notte del naufragio erano state salvate 22 persone, mentre 13 erano stati i corpi delle vittime recuperati nel corso delle prime disperate ricerche. Le condizioni meteo peggioravano di ora in ora e dopo il recupero delle 12 donne e della bambina si sono interrotte le ricerche da parte della Guardia Costiera. La nave Ong Ocean Viking, coinvolta dalle Capitanerie di Porto nelle ricerche, ha proseguito per un paio di giorni ma senza esito.

Dopo la burrasca che ha investito il Mediterraneo centrale erano ripartite le ricerche. Coinvolta nelle operazioni la nave oceanografica Galatea dell’ARPA, che ha avvistato il relitto, oltre al nucleo sommozzatori della Guardia Costiera e ad un ROV, Remotely Operated Vehicle. Il relitto è stato individuato oggi a sudovest di Lampedusa, dopo giorni di ricerche. Intorno alla barca sono stati rilevati con un sonar i corpi di dodici persone. Non si esclude che possano essercene altri intorno, a maggiore distanza. Le mareggiate che hanno impedito l’immediato proseguire delle ricerche avevano anche portato via la barca, inabissandola a circa 60 metri di profondità. Le operazioni di recupero avranno inizio domani, ma potrebbero volerci anche due o tre giorni perché i sommozzatori riportino in superficie tutte le vittime sparse sul fondale marino. Secondo i numeri resi da alcuni superstiti, i dispersi sarebbero stati 35. I dodici corpi fotografati dal sonar prima e dal ROV dopo dovrebbero quindi essere solo quelli che si trovavano sotto coperta. Quasi tutti giovani tunisini, ma anche una giovane donna con un bambino piccolo ed un neonato di appena otto mesi di cui avevano parlato i superstiti appena dopo il soccorso.

Redazione:
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