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Il CSM si prepara alla perdita di Radio Radicale

La Corte Superiore della magistratura apre ai giornalisti preparandosi all’istituzione degli uffici stampa. La notizia viene accolta con favore dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti che apprende delle dichiarazioni, e intenzioni, del CSM rese al convegno svoltosi ieri 27 maggio a Firenze sul tema “Il dovere di comunicare dei magistrati”. Un tema delicato quello del titolo del convegno di Firenze, vista la concomitanza con la linea intransigente, forse pretestuosa, che si è scagliata contro il pubblico ministero Nino Di Matteo. Il magistrato palermitano del “processo Trattativa” risulterebbe reo di dichiarazioni rese nel corso di una intervista con cui avrebbe detto più del dovuto. La innovativa apertura del CSM alla possibile istituzione di uffici stampa all’interno, coincide ancor di più con le sorti di Radio Radicale. La radio, fondata nel 1976 dal radicale Marco Pannello, il cui motto è sempre stato “conoscere per deliberare”, era l’unico strumento di comunicazione della Corte Superiore della Magistratura con il resto del mondo. Radio Radicale ha infatti sempre trasmesso tutte le sedute della Corte e le aveva anche ben catalogate ed indicizzate. Questa attività faceva di Radio Radicale lo strumento di collegamento tra il CSM e la stampa, oltre ad essere in molti casi anche strumento di rapida ricerca d’archivio per la stessa Corte.

Elisabetta Cosci, vicepresidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, accoglie con favore l’apertura del CSM: “Dal vicepresidente del CSM Davide Ermini è giunta un’importante apertura sulla necessità di dotare gli uffici giudiziari di uffici stampa, almeno per quelli di maggiore rilievo”. Sulla possibilità di istituire degli uffici stampa dedicati per le sedute e le attività della Corte, Elisabetta Cosci ricorda quali sono i dettami di legge al riguardo: “Gli uffici stampa pubblici, come previsto dalla legge 150/2000, devono essere guidati e composti da giornalisti i quali, nel rispetto del codice deontologico e al di là del vincolo normativo, sono gli unici a garantire professionalità e qualità per un equilibrato rapporto come i media, oggi ancora più importante e rilevante soprattutto nei confronti dell’espansione delle nuove tecnologie. Ci auguriamo che si possa avviare un percorso costruttivo nell’interesse dei cittadini a essere correttamente informati e delle istituzioni a informare con chiarezza e professionalità”. C’è però anche da aggiungere che ci si aspetta, adesso e non prima, quindi non a caso, che la Corte Superiore della Magistratura si doti di strumenti di registrazione audio video dei lavori e di strumenti di catalogazione digitale dell’archivio. Lavoro a cui aveva sempre provveduto per servizio pubblico la privata Radio Radicale che adesso si trova già in difficoltà nella liquidazione dei salari ai propri dipendenti e collaboratori.

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