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Tutti pazzi per Mare Jonio, un guasto ed immediata ispezione

Ieri la nave Mare Jonio ha rivolto a nord la prua iniziando a navigare verso il porto di Marsala. In arrivo una perturbazione nel Mediterraneo centrale con venti di 35-40 nodi. La nave della Ong Mediterranea Saving Humans ha attraversato il passaggio tra Lampedusa e Lampione a sera e questa mattina si trovava già agli ormeggi nel porto siciliano di Marsala. Con un tweet, la Ong ha annunciato: “Stamattina Mare Jonio è rientrata a Marsala per una sosta tecnica imposta dal maltempo che imperverserà sul mar Libico e il canale di Sicilia. Appena le condizioni lo permetteranno, riprenderemo il mare per continuare la nostra missione.”

Le attenzioni nei confronti della nave non mancano e nel corso della giornata odierna la Guardia Costiera ha diramato un comunicato stampa con il quale ha annunciato nuovi controlli alla sorvegliata speciale del Viminale: Nella giornata di oggi, la nave Mare Jonio ha fatto ingresso nel porto di Marsala a causa di una avaria non meglio precisata ad un generatore. L’ufficio Circondariale marittimo di Marsala, quale autorità marittima competente, ha disposto una visita occasionale. La Direzione marittima di Palermo, ha quindi inviato un team di ispettori della Guardia Costiera, militari specializzati in sicurezza della navigazione, per eseguire una verifica tecnica sulle condizioni della nave in materia di sicurezza della navigazione e per la riconvalida della certificazione statutaria.​​”

La Mare Jonio era stata per quasi tutto l’inverno in porto, aveva ricevuto interventi ed era stata più volte ispezionata dagli ispettori specialisti di sicurezza della navigazione delle Capitanerie di Porto. La nave aveva poi ripreso il mare il 16 marzo, appena due giorni prima di trovarsi impegnata nel soccorso dei 49 migranti da cui è nata la vicenda che adesso sembra capovolgere i fronti. La nave era stata sequestrata a fini probatori e poi dissequestrata, ed il suo comandante indagato per non aver rispettato l’alt con arresto dei motori al confine con le acque territoriali italiane di Lampedusa. Da quella vicenda è partita la difesa della Ong che ha ottenuto di poter inserire nella propria difesa le comunicazioni intercorse con la sala operativa della sedicente guardia costiera libica e le comunicazioni intercorse tra l’MRCC di Roma ed i libici. Da questo accesso alle registrazioni delle comunicazioni è partita anche l’inchiesta giornalistica che ha permesso ieri la pubblicazione – in Italia su Avvenire – della realtà dei fatti in Libia con l’assenza di una vera SAR Area ed il coinvolgimento suppletivo della Marina militare italiana.

Redazione:
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