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Sfiducia Toninelli, Senato respinge. Il ministro: “Attaccato perchè ho discusso concessioni Autostrade”

Negato il primo voto di sfiducia a Danilo Toninelli: l’aula del Senato ha respinto la mozione presentata dal Pd con 159 voti. A favore della mozione 102, astenuti 19. L’aula del Senato respinge anche la seconda mozione di sfiducia nei confronti del ministro Danilo Toninelli. Contro la mozione presentata da Forza Italia 157 voti, mentre i voti favorevoli alla sfiducia sono stati 110 e 5 gli astenuti. “Ho agito in totale coerenza e trasparenza, come andrò brevemente a spiegare”. Lo dice il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, introducendo la parte relativa al Tav nell’intervento al Senato dove si votano due mozioni di sfiducia nei suoi confronti.

“Gli attacchi che mi sono stati rivolti, tutti concentrati sulla mia persona e casualmente partiti quando abbiamo messo in discussione il sistema delle concessioni autostradali, rappresentano la miglior prova dell’inconsistenza degli argomenti usati contro il mio operato”, dice ancora il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli intervenendo al Senato. “C’è ancora tanto da fare per ridimensionare chi ha avidamente divorato il Paese e per rimettere al centro i cittadini. Ma sono orgoglioso di quello ho realizzato come Ministro e che abbiamo portato avanti come Governo. E rifarei tutto senza esitazioni”.

La ridiscussione generale del progetto Tav “è stata la stella polare della mia azione sul dossier in questi mesi. Si tratta di un obiettivo che nessuno ragionevolmente potrebbe contestare se si uscisse dalla sterile polemica e si considerasse anche solo la sproporzione dell’impegno finanziario tra l’Italia e la Francia, che è stato assunto dai Governi precedenti contro l’interesse nazionale”, afferma Toninelli. “La sfiducia a Toninelli sarebbe una condizione per permettere al governo di lavorare seriamente. Il ministro dei trasporti fa danni al Paese”. Così il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci intervenendo in aula in dichiarazione di voto sulla mozione di sfiducia individuale al ministro Toninelli.

“Lei è l’uomo dei no, lei è il responsabile del blocco dei cantieri, le sue scelte strategiche sono contro l’Italia – ha sottolineato il capogruppo dem – sulla Tav la sua gestione è stata letteralmente disastrosa. Si è inventato la commissione costi benefici, una farsa continua per sostenere il suo furore ideologico contro l’alta velocità”. Marcucci ha poi continuato: “I ministri della Lega non sono qui con lei, i suoi colleghi della maggioranza nei corridoi la prendono in giro, la sfiducia nei suoi confronti è generale e diffusa’. Lei non userà i 27 miliardi che le hanno lasciato i nostri governi, ha inoltre preso in giro i genovesi. Faccia una riflessione, prenda atto della situazione, e tragga le dovute conclusioni”.

“Signora presidente è da ieri che ci tortura… permetta che su questioni importanti possiamo parlare”, dice il capogruppo del Pd Andrea Marcucci alla presidente del Senato Elisabetta Casellati, quando questa lo invita a terminare il suo intervento. La presidente lo incalza. “Lei ha dieci minuti e ha avuto minuti in più come tutti. Lei guarda sempre gli altri ma non guarda cosa fa il suo gruppo…”, dice la presidente a Marcucci. E quando Marcucci si sbraccia, Casellati aggiunge: “Lei fa sempre così. Questo gesto lo faccia anche per il suo gruppo. Io non interrompo mai”. Marcucci non recede. “Lei mi ha interrotto prima che fosse scaduto il tempo…”, dice alla presidente. Casellati lo riprende: “Sono 11 minuti, aggiorni il suo orologio”. Marcucci a quel punto la butta in politica: “Signor presidente il ministro Toninelli non ha bisogno del suo aiuto”.

Ad applaudirlo si alza la vicecapogruppo Simona Malpezzi. Franco Mirabelli e Matteo Richetti, col capo chino, restano seduti. Sembrano non condividere l’iniziativa del capogruppo. In ogni caso la presidente Casellati non ci sta e a Marcucci consiglia di “leggere il regolamento. Lei come capogruppo ha il dovere di leggere e rispettare le regole. Termini il suo intervento”.

Durante l’esame delle mozioni di sfiducia nei confronti del ministro dei Trasporti e infrastrutture Danilo Toninelli, a un certo la seduta è stata sospesa per qualche minuto quando i senatori di Forza Italia hanno esposto alcuni cartelli con la scritta ‘Toninelli lo facciamo per te’. Poi la presidente del Senato Elisabetta Casellati ha fatto riprendere i lavori. Danilo Toninelli lasciato solo al Senato dai ministri della Lega. La circostanza, fatta notare dal Pd Andrea Marcucci, viene successivamente ripresa anche da Ignazio La Russa, di Fratelli d’Italia. “Non ci sono esponenti di rilievo della Lega”, dice La Russa e mentre sta parlando entra il ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio.

Alla fine con Toninelli ci sono il premier Giuseppe Conte e il vicepremier Luigi Di Maio e la ministra Barbara Lezzi. Per la Lega arriva, oltre a Centinaio, il sottosegretario Edoardo Rixi. Presente inoltre la ministra della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno. “Credo che il ministro Toninelli non abbia mostrato la capacità necessaria”. Quindi voterà di conseguenza? “Sì, certamente” afferma il senatore Gregorio De Falco a ‘Circo massimo’ su Radio Capital. “Se anche senatori del M5S pensano che” Toninelli “non sia all’altezza? Credo di sì”, aggiunge De Falco, “non perché lo dicano loro ma perché si vede nei fatti”.

Agenzia DIRE

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