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Iran sfida gli Stati Uniti: confermato test missilistico

Teheran ha effettuato un test su missili balistici, ed a confermarlo è proprio uno dei comandanti delle forze militari iraniane all’agenzia Fars. Il militare, autorizzato a far uscire la notizia di conferma del test, ha anche precisato che l’operazione mira a far saltare i nervi agli Stati Uniti. Proprio nei primi giorni di dicembre il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, aveva affermato di essere a conoscenza del test missilistico iraniano e che la gittata del missile in oggetto gli consente di coprire buona parte del Medio Oriente e quindi anche di raggiungere l’Europa. Affermazione, quella di Pompeo riguardo il possibile bersaglio Europa che ricorda quelle fatte dagli Stati Uniti nel caso dei test della Corea del Nord e che mirano a coinvolgere l’opinione pubblica europea perché possa essere pronta a legittimare ogni eventuale azione belligera dei Paesi alleati del Patto Atlantico. La capacità del missile testato dall’Iran, aveva detto Mike Pompeo, oltre alla distanza che può coprire, sarebbe anche di capacità di carico. Il missile potrebbe trasportare più testate ed avere un potenziale di deflagrazione ad altissima intensità.

Amirali Hajizadeh, comandante capo della divisione aerospaziale iraniana, all’agenzia Fars ha dichiarato: “Continueremo i nostri test missilistici e questa recente azione è stata un test importante”. Che la dichiarazione resa alla Fars sia come il test missilistico una provocazione ed abbia quale diretto destinatario gli Stati Uniti lo si evince dalla pungolatura che Amirali Hajizadeh sferra alla Casa Bianca tornando sulla portata del missile collaudato: “La reazione degli americani dimostra che questo test è stato molto importante per loro e proprio per questa ragione sono adesso molto allarmati”. Proprio la scorsa settimana si è riunito il Consiglio di sicurezza dell’ONU per discutere il test dell’Iran. Secondo gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Francia le restrizioni delle Nazioni Unite sul programma militare di Teheran sono state violate. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a maggio aveva ritirato l’accordo internazionale sul programma di sviluppo nucleare iraniano, imponendo a Teheran nuove sanzioni.

Secondo l’Iran, il programma missilistico è di natura puramente difensiva e non esiste alcun fondato pericolo che i missili possano essere dotati di testate nucleari. L’Iran però aveva escluso qualunque negoziato con Washington sulle proprie capacità militari. In particolar modo la porta era stata chiusa sulla questione del programma di sviluppo missili a lunga gittata. Programma che, secondo quanto affermato da capo della divisione aerospaziale iraniana, Amirali Hajizadeh, prevede test missilistici che potrebbero arrivare anche a cinquanta lanci all’anno. Una forza di difesa intesa quale deterrenza nei confronti della minaccia a stelle e strisce che, da sempre, l’Iran sostiene essere interessata a rovesciare anche Teheran come ha tentato con la Siria, l’Iraq ed altri Paesi, non soltanto in Medio Oriente. A tal proposito, nel mese di novembre appena trascorso, Amirali Hajizadeh aveva affermato che le basi militari americane in Afghanistan, negli Emirati Arabi Uniti e nel Qatar e le portaerei USA nel Golfo erano ormai nel raggio dei missili iraniani. Il generale Mohammad Ali Jafari, comandante della Difesa iraniana, alla Fars aveva invece dichiarato che secondo lui gli Stati Uniti si stavano indebolendo e che per questa ragione non osavano tentare il “rovesciamento della Repubblica islamica”.Desiderio, quello statunitense, che secondo il generale Mohammad Ali Jafari “gli americani si porteranno nella tomba”.

Redazione:
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