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La barca dell’hashish, 11 tonnellate a vela

In copertina: Il veliero carico di hashish abbordato dalle fiamme gialle con mare molto mosso

La Leucothea è la terza imbarcazione che viene sequestrata nel Canale di Sicilia da questa estate, dopo la Quest e la Remus, tutte con equipaggi europei. Il metodo non è quindi nuovo alle autorità italiane e neanche a quelle con cui collaborano. Con l’operazione “Libeccio International” il Nucleo di Polizia Economico-Finanziario della Guardia di Finanza di Palermo é partner dal 2013 della Joint Operation Task “Rose of the Winds”, patrocinata dall’Europol, insieme a Spagna (operazione “Urca”), Francia (operazione “Exo7”) e Grecia (operazione “Cleopatra”). Nei cinque anni in questione sono stati sequestrati stupefacenti per un valore stimato complessivo di oltre 1,7 miliardi di euro, 11 navi ed arrestati oltre 100 narcotrafficanti. L’attività che le forze svolgono in cooperazione internazionale riesce ad intercettare traffici “insospettabili”, difficili da individuare, che rappresentano però canali di importazione di ingenti quantitativi di stupefacenti. L’hashish trovato a bordo della Leucothea, destinato ai consumatori europei, avrebbe potuto fruttare, al dettaglio, circa 100 milioni di euro.

Da tempo le attenzioni degli esperti antidroga di Spagna, Francia, Italia e Grecia si sono indirizzate a cercare un modello di collaborazione che possa colpire le organizzazioni internazionali nel momento di maggiore vulnerabilità, durante la rotta delle imbarcazioni cariche di hashish dal Marocco verso oriente. Circostanziate informazioni fornite dagli investigatori della Greco Galizia e dell’Udyco Central Brigada Estupefacentes spagnole, reparti specializzati nel contrasto ai traffici illegali della criminalità organizzata, sono state infatti sviluppate dal Comando Operativo Aeronavale di Pratica di Mare che, prima con i propri mezzi aerei e poi con quelli navali, ha individuato dall’alto e sorvegliato la barca a vela “Leucothea”, un monoalbero di 19 mt. battente bandiera olandese. Sono stati poi i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Palermo e di Ragusa, insieme a quelli della Tenenza e della Sezione Operativa Navale di Pozzallo, a mettere le mani sulla barca segnalata sette giorni addietro e sul suo ingente carico di hashish: undici tonnellate.

Il monoalbero carico di hashish è stato “agganciato” 70 miglia nautiche a sudovest delle coste siciliane. L’abbordaggio da parte del pattugliatore multiruolo P.01 “Monte Sperone” del Gruppo Aeronavale di Messina è però avvenuto in condizioni meteo marine impossibili. Nonostante il mare forza 7, un team specializzato di sei finanzieri è salito a bordo, bloccando i due membri di equipaggio bulgari e prendendo il comando dell’imbarcazione che i due trafficanti hanno tentato di affondare insieme al carico. Giunta nel porto di Pozzallo, scortata dalle unità navali delle Fiamme Gialle, l’imbarcazione a vela è stata attentamente perquisita. A bordo c’erano 407 sacchi di iuta contenenti otto differenti qualità di hashish, di cui alcune contraddistinte da suggestivi loghi o nomi, come una “Croce verde” o il famoso motore di ricerca “Google”. In coordinamento con la Procura della Repubblica di Ragusa, i finanzieri hanno sequestrato l’imbarcazione, la sostanza stupefacente trasportata e la strumentazione di bordo utile alla ricostruzione della reale rotta seguita. I membri dell’equipaggio, il 42enne K. I. ed il 40enne G. G., entrambi di nazionalità bulgara, sono stati successivamente tradotti presso la Casa Circondariale di Ragusa.

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