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Lampedusa, “Rhapsody” attraccata e prefetto Di Bari in arrivo

La nave Rhapsody di GNV attraccata allo scalo di Cala Pisana in Lampedusa la mattina del 7 settembre 2020

di Mauro Seminara

Una inspiegabile premura aveva indotto tutti gli attori coinvolti a fare trasbordi attraverso un peschereccio per circa 700 persone che con la massima urgenza dovevano salire sulla nave quarantena “Rhapsody”, malgrado le avverse condizioni meteo e la porta pilota troppo alta per le unità SAR della Guardia Costiera, già sabato 5 settembre. Dopo questa non del tutto sicura operazione, effettuata con la benedizione della Capitaneria di Porto attraverso due tavole di legno usate per passerella tra il motopesca del vicesindaco e la nave da 37mila tonnellate, la Rhapsody di GNV – che non aveva lasciato Lampedusa – questa mattina ha attraccato allo scalo alternativo pelagico in località Cala Pisana beneficiando del miglioramento meteo marino. Da fonti non ufficiali, quindi da confermare, pare che le intenzioni di chi dirige l’orchestra siano quelle di un ulteriore imbarco per il raggiungimento della spaventosa cifra di 900 persone migranti a bordo. Questa è la “sicurezza” offerta dal Viminale e vantata dal ministro Luciana Lamorgese, riferendosi chiaramente al solo aspetto sanitario.

Il ministro degli Interni Luciana Lamorgese su Agenzia Vista domenica 6 settembre 2020

La Rhapsody non è, in questo caso, una nave da crociera con turisti paganti e felici del soggiorno a bordo. La nave della GNV è un luogo di contenimento con, nel caso della sopracitato numero di migranti imbarcati, circa 900 persone isolate e tra le quali pare si sia sparsa la voce – anche grazie agli annunci fatti nei giorni scorsi dallo stesso Governo italiano – di un rimpatrio che verrà effettuato direttamente con le navi sulle quali adesso verranno contenuti. E a bordo della Rhapsody, come delle altre navi quarantena, non ci sono forze dell’ordine. Tutti i rischi sono quindi caricati sulle spalle dell’equipaggio della nave e della Croce Rossa, che si trova a bordo per l’assistenza e non per la sicurezza. In ogni caso, nell’eventualità di una rivolta a bordo della nave da 170 metri con 900 migranti che dovessero credere davvero al rimpatrio forzato, per un intervento di ordine pubblico servirebbe un intero reggimento. Questo il quadro di una operazione che ha anche delle coincidenze con altre e ben precise date dell’agenda nazionale. Nel caso i migranti imbarcati sabato 5 settembre dovessero veder resettato l’inizio della quarantena – per la seconda volta, visto il tempo trascorso nel centro di primo accoglienza non considerato “isolamento” – all’imbarco di altre 200 persone oggi, lunedì 7 settembre, la fine del periodo di isolamento fissato in 14 giorni coinciderebbe con il dopo elezioni regionali e non prima.

La Rhapsody sabato 5 settembre a Lampedusa dopo i trasbordi

Oggi a Lampedusa si terrà una riunione, a porte chiuse, presieduta dal capo del Dipartimento Libertà civili e Immigrazione Michele Di Bari. Il prefetto incontrerà le autorità locali in comando per concertare il dopo sgombero del centro di prima accoglienza di Lampedusa. Di Bari si era già recato a Lampedusa in occasione della visita del ministro Luciana Lamorgese che sull’isola si era fermata poche ore insieme anche al capo della Polizia Franco Gabrielli. Era il 20 luglio e sull’isola l’aria era tesa, ma ancora non per le proteste animate dal alcuni lampedusani aderenti alla corrente politica di chi pochi giorni dopo la visita del ministro fece passerella da ex ministro dell’Interno. La tensione era dovuta alle forze dell’ordine che lamentavano legittimamente i gravi rischi nella gestione di un centro di prima accoglienza gremito oltre misura e con pochi ed insufficienti agenti sulle cui spalle veniva caricato l’onere della garanzia di ordine pubblico. In quell’occasione il prefetto discusse a porte chiuse, insieme al ministro, con il sindaco di Lampedusa. Adesso, con un fianco offerto senza alcuna difesa da parte del prefetto e dell’interno dicastero del Viminale, il presidente della Regione Siciliana attacca il ritardo con cui il 7 settembre il Dipartimento Immigrazione del Ministero dell’Interno vola fino a Lampedusa per decidere cosa fare al termine della maxi operazione di sgombero.

Mauro Seminara: Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.
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