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Nuovo sbarco di migranti a Lampedusa su intervento Guardia di Finanza

I migranti tunisini a bordo della motovedetta "Avallone" della Guardia di Finanza la notte tra il 18 e il 19 giugno 2020

Una barca con 36 ragazzi di nazionalità tunisina aveva raggiunto le acque territoriali italiane, a sudovest di Lampedusa, quando la motovedetta “Avallone” della Guardia di Finanza l’ha fermata. La barca era partita da un vicino porto tunisino, tra Mahdia e Chebba, ed aveva navigato per circa 60 miglia nautiche prima di trovarsi davanti la Guardia di Finanza e la Guardia Costiera ad assistere l’operazione di fermo e trasbordo. Alle 01:30 la motovedetta della Guardia di Finanza era già in porto, come al termine di un’operazione di polizia che non ha avuto bisogno di lunghe ricerche del natante da fermare. Mezz’ora più tardi arrivava anche la motovedetta SAR della Guardia Costiera con l’imbarcazione dei migranti, vuota al traino. Un legno da pesca lungo circa otto metri.

Dalla motovedetta “Avallone” delle Fiamme Gialle, mentre i guardiacoste trovavano un punto di ormeggio al barchino, sono scesi gli harragas tunisini che, dopo aver “bruciato la frontiera” si sono ritrovati nel teorico vicolo cieco delle autorità italiane dal quale dovrebbero tornare poi in patria all’esito di tutta la trafila di identificazione ed espulsione. Salvo fughe da centri di accoglienza temporanei oppure “ordini di allontanamento” della Questura mai rispettati dai migranti. Alle tre di questa notte erano già tutti al centro di prima accoglienza di Lampedusa per le procedure di rito condotte dalla Polizia. Nella struttura di Contrada Imbriacola erano rimasti soltanto 8 migranti, piccolo gruppo di monitoraggio speciale, mentre 120 persone migranti approdate nelle ultime ore erano state tutte trasferite a Porto Empedocle con la nave traghetto di linea.

Redazione:
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