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A Roma il Baobab segnala le criticità dei senza fissa dimora esposte al COVID-19

Baobab Experience ha trasmesso ieri al Sindaco di Roma, alla Prefettura di Roma ed in copia per conoscenza al Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno e alla Protezione Civile un esposto/segnalazione in merito all’assenza al momento – e comunque al ritardo nell’adozione – di misure di tutela in favore della popolazione senza fissa dimora nella città di Roma tenuto conto dell’emergenza sanitaria legata al nuovo coronavirus e la conseguente richiesta di intervento da parte delle Istituzioni competenti. L’Organizzazione di volontariato Baobab Experience ha così posto all’attenzione delle autorità competenti i rischi cui sono adesso esposte le persone senza fissa dimora. Una popolazione, residente sul territorio nazionale, composta anche di “rifugiati e richiedenti asilo rimasti privi delle misure di accoglienza a cui hanno diritto”.

“Segnaliamo altresì – recita l’esposto firmato dall’organizzazione – che, sebbene le persone di cui si discute si trovino in evidente condizione di maggiore rischio, per sé stessi e per gli altri, non ci risulta siano state sinora effettuate distribuzioni in strada di presidi medico sanitari”. Baobab Experience comunica inoltre ai destinatari della segnalazione di aver provveduto a diffondere tra le persone che assiste “una informativa sulle precauzioni da adottare secondo la Organizzazione Mondiale della Sanità, tradotta in varie lingue in modo da poterne garantire la comprensione”. Ma in piena emergenza, e con lo svilupparsi quotidiano di un mercato nero in cui trovano vendita a prezzi esasperati anche mascherine trafugate da aziende ospedaliere pubbliche, l’organizzazione di volontariato non è in grado di approvvigionarsi di quanto necessario per tutelare le persone che assiste. “Emerge la necessità – prosegue la segnalazione del Baobab – di un urgente intervento del Sindaco e della Prefettura, anche eventualmente con il supporto del Dipartimento per le Libertà Civili e della Protezione Civile, a tutela della Salute Pubblica di tutta la popolazione della città di Roma”.

L’organizzazione di volontariato, che assiste circa 60 persone senza fissa dimora, in prevalenza rifugiati e richiedenti asilo privi di misure di accoglienza che orbitano nella zona della Stazione Tiburtina, evidenzia un punto critico nel sistema di prevenzione messo in atto dal Governo per il contenimento della diffusione di COVID-19. Il pericolo, come Baobab Experience fa notare, non riguarda soltanto le persone invisibili, i senza fissa dimora, ma tutta la popolazione residente che vedrebbe vanificati i sacrifici fatti in ottemperanza di Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri (DPCM) avendo soggetti esposti al contagio e dei quali non ci si prende opportuna cura. “In particolare, vista la gravità della situazione attuale, chiediamo alle Istituzioni, secondo competenza, di provvedere all’emanazione di misure idonee alla tutela dei senza fissa dimora della città di Roma, tenuto conto della emergenza Coronavirus”, spiega l’organizzazione di volontariato agli istituti competenti. Tra le richieste di intervento che Baobab Experience suggerisce di adottatore per dar seguito a quanto disposto dai recenti DPCM ci sono l’individuazione e la disponibilità di locali presso i quali le persone senza fissa dimora a Roma possano essere accolti, la distribuzione mascherine protettive, disinfettanti ed ogni utile presidio medico sanitario, la verifica delle loro condizioni di salute anche tramite misurazione della temperatura corporea ed infine la disponibilità dei servizi essenziali di sopravvivenza per le persone che non provvedere a sé stesse, quali mense, distribuzioni di cibo e fruizione di docce e bagni.

Redazione:
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