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    Categories: Editoriali

Indignazione dissociata Made in Italy

di Mauro Seminara

Capita nella vita di sentirsi lupi e poi scoprire che da questa illusoria condizione si è passati a quella di pecore. Potrebbe dirsi normale, per la frequenza dei casi. Ciò che normale non può certo apparire è sentirsi lupi e pecore al tempo stesso e sul medesimo pascolo. Indignazione ha suscitato in Italia la sequenza di notizie sul diniego di concessione porto a navi con italiani a bordo oppure a tratte aeree da e per l’Italia. Una vera vergogna, immotivata ed intollerabile. Per di più considerando che le drastiche decisioni degli Stati che hanno negato l’approdo, nel caso recente di una prestigiosa nave da crociera, erano dettate da pregiudizio razziale e non da casi accertati di nuovo coronavirus a bordo. Gli italiani si scoprono così cittadini del mondo discriminati, la cui presenza non è gradita e nei confronti dei quali vengono addirittura chiusi i porti. Quella dei porti chiusi è una ferita recente nella storia dell’Italia. Fino a ieri se ne parlava, quando una parte – purtroppo sempre troppo numerosa – degli italiani plaudiva a chi intendeva chiuderli in modo discrezionale, anche se non vi è mai riuscito, in faccia a soggetti discriminati per ragioni razziali. Potrebbe adesso arrivare, finalmente, la lezione per questi sostenitori della distinzione per nazionalità di provenienza e del pregiudizio razziale elevato a desiderio di naufragio. Ma così non è.

Mentre ci si lamenta che qua e la nel mondo si chiudono le frontiere agli italiani, si pretende che si chiudano i porti ai migranti che continuano a salpare pericolosamente dalla costa nord del continente africano. L’ultima triste uscita è del presidente della Regione Siciliana, di area centrodestra, quel Nello Musumeci che all’indomani della Waterloo del Papeete si disse pronto – a nome della Sicilia – ad appoggiare Matteo Salvini alle elezioni che poi non ci furono, è stata una richiesta alla Presidenza del Consiglio dei ministri di dirottamento della nave Ong Sea Watch 3 in porti di altre regioni oppure l’obbligo di quarantena (14 giorni) a bordo prima dello sbarco a Messina. Quindi continua ad essere una vergogna che a navi da crociera – sottintesa presenza di persone per bene capaci di pagare la prestigiosa vacanza – con italiani a bordo venga negato un ingresso a bordo se non motivato da diffusione accertata di Covid-19, ma si ritiene sempre normale chiudere i porti o proporre una quarantena a bordo a migranti che arrivano da altri Paesi. Eppure, nessun allarme risulta a bordo della piccola nave Ong ed al massimo – viste le circostanze – sarebbero i migranti di nazionalità africane a dover temere il contagio di nuovo coronavirus una volta giunti in Italia.

La diffusione del Covid-19 ha talmente monopolizzato il dibattito nazionale che è diventato impossibile, per quanti vivono la politica come arena di propaganda invece che ambiente di amministrazione condivisa, evitare di spararne una più grossa dell’altra pur di avere pagine di giornali ed ospitate TV – categoricamente senza pubblico in studio – e magari guadagnare così ancor più consenso in un momento storico di massima fragilità del popolo. Perché la paura è prateria per chi di essa si nutre offrendo in cambio di voti false garanzie di sicurezza. Ma è da considerare quanto sia altrettanto impossibile risultare coerenti in un memento storico di simili tensioni sociali, quando si pretende che venga applicato con la massima puntualità quel diritto internazionale che fino a ieri si voleva in bagno per uso igienico. La convenzione internazionale che consente ad uno Stato di negare il passaggio in acque territoriali e l’ingresso in porto ad una nave perché essa rappresenta una minaccia per la nazione è stata applicata in modo discrezionale e non adeguato ai Caraibi a scapito della meravigliosa nave da crociera “MSC Meraviglia”. Indignazione. In Italia sono però sottoposte a quarantena non motivata le navi ONG che hanno soccorso migranti in mare e per questi ultimi si continua a pretendere la chiusura dei porti. Dissociazione.

Definizione di “dissociazione cognitiva”:

In psicopatologia la dissociazione cognitiva è un disturbo del sistema psicologico dell’individuo che causa assenza di connessione nel pensiero, nella memoria e nel senso di identità personale.

Mauro Seminara: Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.
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