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Lampedusa, nasce cooperativa agricola sociale e si cerca personale

L’isola, famosa in tutto il mondo, ha degli aspetti da sempre poco conosciuti e piuttosto sottovalutati. Tra questi, Lampedusa ha il deficit produttivo alimentare. La maggiore delle Pelagie è infatti completamente dipendente dal trasporto delle derrate alimentari che arrivano sull’isola via nave traghetto. L’unica cosa commestibile che produce è il pesce pescato dalla marineria locale. Neanche l’acqua è potabile, e senza le casse d’acqua in bottiglia si potrebbe assistere ad un’epidemia di dissenteria. Ma almeno per un aspetto, quello agricolo fino ad oggi coperto solo da alcuni piccoli coltivatori per uso proprio, sembra arrivare il progetto della svolta. Terra! Onlus, associazione che da anni opera sull’isola con gli orti urbani del progetto “Porto l’Orto a Lampedusa”, ha dato il via alla prima cooperativa agricola sociale dell’isola più a sud d’Europa.

L’obiettivo del progetto è quello di inserire un piccolo centro di produzione agricolo nell’isola, per renderla un po’ più autosufficiente, ma anche di inserire personale locale nella cooperativa sociale. E da questo punto di vista, tutto sembra essere già pronto. Per questo motivo Terra! Onlus ha avviato la ricerca del personale. Per candidarsi a lavorare nella cooperativa agricola sociale basta cliccare su questo link blu: Personale per avvio cooperativa agricola a Lampedusa. Sulla pagina internet che si aprirà saranno ben visibili le indicazioni da seguire per inviare la candidatura. Attenzione però, bisogna farlo entro il 7 gennaio 2020.

L’opportunità è quindi lavorativa, ma ha anche un lato nobile e romantico: riportare Lampedusa alla coltivazione agricola ed arricchirne il territorio martoriato con antiche pratiche che ne avevano quasi causato la desertificazione. Un progetto, quello di Terra!, che è anche un esempio positivo di reinserimento professionale unito ad un intervento sul territorio di cui il territorio trae beneficio. La coltivazione agricola quale fonte di lavoro invece di altre attività che il territorio tendono ad inquinarlo. Una sfida quindi, lanciata da un’associazione che la terra dell’isola l’ha studiata anche grazie a partner esperti in materia.

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