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Altra Ong soccorre migranti, rischia 950mila euro di multa

Open Arms soccorre barchino in balia delle onde con 55 persone a bordo

di Mauro Seminara

La nave della Ong spagnola Proactiva Open Arms rischia 900mila euro di sanzione dalla Spagna e di incorrere nel decreto sicurezza bis con l’Italia. Oggi pomeriggio ha infatti prestato soccorso ad un barchino in legno in gravi difficoltà che, come dichiarato dall’Organizzazione non governativa, imbarcava acqua e stava per capovolgersi. In tal caso, in mare sarebbero finite 55 persone tra le quali 16 donne e 2 bambini. Mentre la nave Alan Kurdi, della Ong tedesca Sea Eye, staziona a circa 18 miglia sudest di Lampedusa con 40 persone a bordo ed in attesa di un porto sicuro che non può essere – per il diritto internazionale – né la Libia né la Tunisia, a sud c’è adesso un’altra nave che chiede all’Unione europea di assegnarle un porto sicuro più vicino con altri 55 disperati soccorsi in acque internazionali. Anche nel caso della Open Arms, il Place of Safety on questione risulta essere quello italiano di Lampedusa.

La Open Arms è intervenuta oltre 30 miglia nautiche nord di Zuwara, e le condizioni del barchino, come dimostrano le foto diffuse dalla stessa Ong, erano evidentemente precarie al punto da far ritenere possibile un naufragio da un momento all’altro. L’intervento da parte della Ong spagnola, che fino ad oggi aveva prestato supporto ad altre Ong ma non aveva ancora direttamente prestato soccorso in mare con un trasbordo come quello odierno, costerà una sanzione elevatissima in Spagna. Alla sanzione promessa dallo Stato di bandiera – che si vedrà quanto sia legittima a fronte del dovere di soccorso – si aggiungerà la sanzione fino a 50mila euro ed il sequestro della nave previsto dal decreto di Salvini in caso di ingresso non autorizzato in acque territoriali italiane.

Il ministro dell’Interno italiano oggi ha anche rilanciato, sul caso Alan Kurdi, con il consueto tweet da polemiche di distrazione di massa. L’idea twittata dal ministro sarebbe quello di salire con la forza a bordo delle navi che già in passato aveva definito “pirata” e prenderne il controllo militare, con una sorta di atto di pirateria inverso, nel caso in cui come Sea Watch e Mediterranea dovessero disattendere il divieto di ingresso in acque territoriali. La vicenda Ong si svolge nel corso di un difficile momento per il ministro che deve affrontare fallimenti politici e problemi giudiziari che riguardano se stesso oltre che parte del suo entourage.

Mauro Seminara: Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.
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