X

Il naufragio della politica migratoria italiana

di Mauro Seminara

I commenti dei fanatici salvinisti sulla odierna diretta streaming del “capitano” sono immaginabili, ma volendosi comunque fare male, quindi leggendoli, si può notare un certo numero di followers che brama il “blocco navale” ed altri che da esperti giuristi lamentano nausea per la decisione di dissequestrare la nave Mare Jonio. Poi ci sono gli esperti costituzionalisti – quelli che magari se gli si dà dei fascisti ignoranti si offendono – che propongono al ministro quale prossima azione di Governo di abolire la Corte Costituzionale ed altri “organi inutili”. Si presume per il bene della democrazia e della libertà degli italiani. Ci sono poi anche quelli, immancabili, che si scagliano contro la magistratura in difesa del loro “capitano coraggioso”. La reazione dei fanatici salvinisti è quindi più che prevedibile e, sempre prevedibilmente, manifesta tutta l’ignoranza – oltre forse alla cattiveria ed al razzismo – degli elettori seguaci di Matteo Salvini. A loro, certo, è inutile spiegare come stanno davvero le cose. D’altro canto, come potrebbero capire se ritengono la Corte Costituzionale inutile e le barche, navi o altro natante con migranti, obiettivi cui mirare per le cannonate? Per l’anello mancante dell’evoluzione umana sarebbe superfluo anche scrivere, visto il probabile analfabetismo funzionale. Si spera invece che altri abbiano voglia di comprendere che un reato è un reato, anche se a commetterlo è un sedicente o presunto tutore della legge.

Ricordate i due carabinieri che hanno abusato delle ragazze ubriache in Toscana? E quelli che hanno pestato Stefano Cucchi fino ad ucciderlo? Immaginiamo che i due “tassisti” della sicurezza notturna abbiano dichiarato di aver stuprato le ragazze per dar loro una lezione su come ci deve vestire di notte e per insegnarle che non bisogna esagerare con l’alcol; immaginiamo pure che gli altri zelanti colleghi abbiano dichiarato che il pestaggio a Cucchi era una dimostrazione a tutti i drogati, perché non facciano lo stesso errore. Queste spiegazioni sono un bene preminente per l’Italia? Li assolve dai loro rispettivi crimini? Certamente no. Altrimenti per ogni manifestazione di giovani e studenti avremmo pestaggi e violenze come alla Diaz. Il sequestro di persona è un reato, ed il ministro dell’Interno, delle Forze dell’ordine, quello che attraverso esse deve garantire che in Italia non si commettano reati, più di chiunque altro è tenuto a rispettare la Legge italiana. Il Senato ha risparmiato un processo a Matteo Salvini, il senatore, ministro dell’Interno, vicepremier e leader della nuova Lega; la Lega che non deve rimborsare agli italiani 49 milioni di euro e che non si chiama letteralmente “Lega Nord”. Ma anche se i senatori hanno negato l’autorizzazione a procedere, resta che per un Tribunale era riscontrata condotta criminale nell’esercizio della funzione di ministro della Repubblica.

Sul caso Mare Jonio, la nave oggi dissequestrata dalla Procura della Repubblica di Agrigento che ne aveva disposto il sequestro probatorio sette giorni addietro, il ministro si è guardato bene dal costringere tutti a bordo una volta che questa era entrata in acque territoriali italiane. Ma in precedenza lo aveva fatto ed in modo recidivo. Ovviamente con la passiva – chiamiamola così – complicità del ministro competente per Trasporti ed Infrastrutture. La Procura di Roma ha infatti ravvisato gli estremi per una ipotesi di sequestro di persona anche nel caso della nave della Ong Sea Watch. Un caso letteralmente analogo a quello della nave della Guardia Costiera “Ubaldo Diciotti”. Dal voto in Senato con cui la maggioranza di centrodestra ed estrema destra ha protetto il ministro Salvini dall’autorizzazione al processo richiesta dal Tribunale dei ministri è trascorsa appena una settimana. E si prospetta già adesso un bis. Anzi, forse proprio un dejavu. Qualcuno è infatti probabilmente responsabile di un sequestro di persona. Un crimine grave, la privazione della libertà personale non autorizzata da un giudice, per il quale qualcuno dovrebbe rispondere in Tribunale. Certo, come per il caso precedente, il Governo M5S-Lega si autoaccuserà di averlo fatto in modo concordato e per il bene del Paese, ma la sostanza non cambia: le persone sono comunque state sequestrate, le ragazze stuprate e il giovane pestato fino alla morte. Il motivo non varia l’effetto del crimine. Forse anche per questo, in caso di crimine si definisce “movente” invece che “motivo”.

Questo è però solo un aspetto della naufragante politica in materia di immigrazione di questo Governo. Ci sono infatti altre tracce del naufragio in corso. Una di queste è certamente la primavera. Per quanto ritardataria o altalenante, le condizioni meteo marine iniziano a migliorare con lenta progressione e malgrado le teorie complottiste dei terrapiattisti seguaci del capitano, i migranti non partono per oscuri e segreti accordi con le organizzazioni non governative ma perché possono finalmente farlo. Tanto è che negli ultimi giorni sono partiti migranti dall’Algeria verso la Sardegna, dove non ci sono Ong; dal Medio Oriente verso la Puglia, con barca a vela; dalla Tunisia verso Lampedusa, senza chiedere soccorso ed entrando dritti in porto; dalla Libia verso l’Europa, incappando alcuni in una motovedetta libica che pare averli “salvati” (almeno dal mare) ed altri in un mercantile e che non intendono tornare in Libia per alcuna ragione. I flussi migratori ripartono, e lo fanno perché di fatto, dietro la misera propaganda social non c’era assolutamente nulla: nessun concreto accordo con i Paesi di provenienza e nessun concreto intervento d’aiuto in queste stesse disastrate regioni del continente africano in cui tutti – nessuno escluso – fanno ottimi affari vendendo armi a chiunque invece che pompe per l’acqua in regioni colpite da grave crisi climatica.

Una ultima puntualizzazione la meritano le navi delle Ong. L’unica nave sequestrata e dimenticata, pur senza un presunto colpevole di una qualunque ipotesi di reato da rinviare a giudizio, è a tutt’oggi la Iuventa della Ong tedesca Jugend Rettet. Tutte le altre – tutte – sono state indagate, sequestrate, dissequestrate ed infine criminalizzate soltanto nei salotti Tv e sui social. A loro carico non è mai stato riscontrato nulla. Nulla. Nessuna condotta illecita, nessuna criminale volontà di destabilizzare l’Italia andando a salvare – a costi tra l’altro piuttosto elevati – migranti in mare in stile complotto globale di Kalergi o Soros oppure di Belzebù in persona. E fino a prova contraria, se una persona che ne salva un’altra è innocente, questa è solo una persona che ne salva un’altra invece di stare a casa a scrivere idiozie cariche d’odio contro il prossimo e le istituzioni di garanzia, così come fanno i fanatici salvinisti. Quei seguaci del “capitano” che non riescono a comprendere che ci sono solo due modi per governare un Paese: bene oppure male. E se si professano buone intenzioni ma nel frattempo si commettono reati, su base giudiziaria oltre che morale e sociale, non si sta certo governando bene.

Mauro Seminara: Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.
Related Post